Nel simbolo ci sarà scritto «Roma per Gualtieri». Come nelle suppletive di Napoli, dove candidato del centrosinistra è il giornalista Guido Ruotolo, anche per le suppletive della Capitale non ci saranno insegne di partito nel simbolo. E sarà il ministro dell’economia il candidato di tutto il centro-sinistra per le suppletive di Roma del primo marzo. Ieri pomeriggio, in pieno ansia da risultato per le elezioni regionali, il Nazareno ha ufficializzato una notizia che il manifesto aveva anticipato e che aveva ricevuto il via libera di tutta la coalizione già nella mattinata di sabato.

Alla candidatura di Gualtieri si è arrivati dopo una serie di schermaglie fra alleati non proprio edificanti. In un primo momento il segretario del Pd Zingaretti aveva chiesto pubblicamente la disponibilità di correre a Gianni Cuperlo. A stretto giro Renzi, Calenda e +Europa gli avevano opposto il nome di Federica Angeli, giornalista di Repubblica che vive sotto scorta per le minacce del clan Spada.

Ma che lo scopo di Italia viva fosse quello di stoppare Cuperlo e mettere in imbarazzo il Nazareno, è chiaro proprio dalle modalità di lancio della pur prestigiosa candidatura. Per i dem a occuparsi del dossier sono Franceschini, Orlando e Meta, capo della segreteria Pd. Nella serata di sabato l’accordo su Gualtieri è blindato e viene comunicato alla giornalista, che lo rende pubblico via social non senza qualche nota di amarezza.

Il ministro, già dalemiano e oggi molto vicino a Zingaretti, nella precedente stagione è stato nella corrente dei giovani turchi, la «sinistra renziana». E con Renzi ha collaborato strettamente quando era eurodeputato. Nonostante il sì, Italia viva si concede l’ultima, per ora, polemica: di «inspiegabile veto del Pd» parla Luciano Nobili, luogotenente renziano a Roma. Ma alla fine Iv assicura che sosterrà « ovviamente il nostro ministro dell’economia cui siamo legati da stima e amicizia».

Sostengono Gualtieri anche Sinistra italiana, Art. 1 e Psi. «È la scelta più autorevole, unitaria e di apertura che il Pd e le altre forze di centrosinistra potessero mettere in campo per il collegio di Roma», twitta Franceschini. Il collegio di Roma 1 è tradizionalmente blindato per il centro-sinistra. Nessun rischio di flop, dunque, eventualità da escludere per un ministro cruciale per il traballante governo giallorosso.