Otto manifesti in formato A3 rischiano di affossare per sempre l’esperienza di una casa editrice romana giovane e indipendente: Momo. Nei giorni scorsi il suo fondatore, Mattia Tombolini, ha ricevuto otto verbali da 412 euro ciascuno per l’affissione di altrettanti manifesti su un muro del quartiere romano di San Lorenzo. Il totale di 3.300 euro può essere un grosso problema per una piccola realtà culturale che sta dando battaglia, come tante altre imprese, in un periodo particolarmente complesso.

Con lo scoppio della pandemia e l’arrivo delle misure di confinamento Momo, che è specializzata in libri per bambini e ragazzi ma ha anche collane per adulti, ha avviato la distribuzione di libri porta e porta e offerto a prezzi scontatissimi i testi per i più piccoli costretti a non andare a scuola. Ha anche messo a disposizione alcuni libri distribuiti gratuitamente insieme ai pacchi alimentari dagli spazi sociali della capitale.

Ed è proprio da un’iniziativa solidale che nasce la contestazione del Comune di Roma. A settembre scorso, infatti, la casa editrice ha organizzato insieme ad altre realtà un festival presso il centro sociale La Torre. Un appuntamento gratuito e destinato soprattutto a bambini e ragazzi, ricco di attività teatrali, occasioni di lettura e socialità.

Ai vigili del Comune, evidentemente, non è importato che l’affissione fosse senza scopi commerciali. Così hanno spiccato le multe: una per ogni piccolo pezzo di carta, attaccato sullo stesso muro, sopra altri manifesti precedentemente incollati. Uno zelo che ha il retrogusto di accanimento.

«Apriremo una raccolta fondi per le spese dei ricorsi ma anche per rilanciare il lavoro di Momo – dice Tombolini – Al rischio di chiusura che deriva dalle otto multe vogliamo rispondere con otto nuove iniziative, tra pubblicazioni, incontri e dibattiti».