La brusca e folle discesa verso la criminalizzazione delle autogestioni romane è stata fermata ieri da una nuova sentenza del tribunale del riesame della Capitale. La richiesta del Pm Luca Tescaroli di 14 misure cautelari per la portavoce del comitato popolare di lotta per la casa Pina Vitale e altri 13 attivisti. Dopo la sentenza sul dissequestro dell’Angelo Mai, che da dieci anni condivide un percorso politico con il comitato, questa è un nuovo arresto per un maxiprocesso con 40 indagati per «associazione a delinquere» e «violenza privata» e oltre 200 persone incriminati per occupazione abusiva, quella delle ex scuole in via delle Acacie e in via Tuscolana a Roma rappresentate in video e audio-documentari come modelli di convivenza e inclusione sociale.

Accuse pesantissime che dovranno essere dimostrate in dibattimento sulle quali la stampa della destra romana, il Corriere della Sera e, ancora ieri, Il Messaggero di Caltagirone ha iniziato all’indomani del 19 marzo, il giorno del sequestro del’Angelo Mai e del primo sgombero delle occupazioni abitative, quella che gli attivisti dell’Angelo Mai hanno definito in un comunicato «una gogna della diffamazione e della calunnia perpetrate da una stampa denigratoria, ignorante e molto fedele al proprio padrone».

Ad oggi, è stato respinto il primo tentativo repressivo e mediatico di ridurre a reato penale il diritto fondamentale all’abitare e la pratica dell’autogoverno di comunità solidali in una città che Giulio Carlo Argan definì «piena di gente senza casa e di case senza gente». L’azione contro il comitato popolare di lotta per la casa e l’Angelo Mai è seguita a quella che coinvolse il 13 febbraio scorso altri due componenti del movimento romano di lotta per la casa, i Blocchi precari metropolitani e il Coordinamento cittadino di lotta per la casa, oltre che il gruppo napoletano dei Precari Bros. Tra le accuse rivolte a questi attivisti c’era «rapina di manganello», oltre che «adunata sediziosa» avvenuta in occasione di un corteo a Roma il 31 ottobre 2013. Sebbene i giornali dediti alla pubblicazione di intercettazioni non l’abbiano riportata, le accuse sono state respinte dai giudici del tribunale del riesame.

La riapertura dell’Angelo Mai avverrà tra una decina di giorni e con ogni probabilità sarà l’occasione di un’altra «piccola Woodstock» come quelle del 6 e del 25 aprile dove più di cinquemila persone hanno manifestato la loro solidarietà. Per gli artisti sarà anche «l’occasione per continuare la straordinaria lotta che ci ha tenuto insieme». Hanno già fissato un’assemblea nel parco San Sebastiano dov’è attiva la scuola elementare Giardinieri. I genitori, e i bambini che hanno partecipato ai laboratori organizzati dagli artisti, non hanno fatto mancare la stima per il loro operato. Nel centro culturale verrà inoltre inaugurato uno sportello per l’emergenza abitativa. Verrà chiamato «La prima cosa».