Nel Lazio si sono registrati ieri 16 nuovi casi di Covid-19. Quasi tutti sono collegati ai due focolai scoperti nella capitale: la struttura sanitaria San Raffaele Pisana (5) e l’immobile di piazza Attilio Pecile (9), nel quartiere Garbatella. «Bisogna mantenere alta l’attenzione, senza i cluster avremmo registrato solo 2 nuovi casi ed è positiva la stabilizzazione nelle province che registrano zero casi e zero decessi», ha affermato in una nota l’assessore alla Sanità e l’integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato.

I CINQUE CONTAGI registrati al San Raffaele Pisana fanno salire a 104 i casi del cluster. Tra questi, si contano cinque decessi. Continua l’indagine epidemiologica eseguita a ritroso a partire dal primo maggio. La Asl Roma 3 sta convocando i pazienti dimessi dalla struttura per i controlli necessari. «Il focolaio è sotto controllo e sembra rallentare. Sono in corso le operazioni per trasferire 64 pazienti dai reparti di medicina e riabilitazione cardiologica e respiratoria presso strutture ospedaliere», si legge ancora nella nota di D’Amato. A questo focolaio sono collegati due nuovi casi emersi ieri nella sede Rai di Saxa Rubra, che si sommano ai tre individuati nei giorni scorsi. Anche in Rai procede uno screening a cerchi concentrici per comprendere l’effettiva portata del contagio. I risultati di ieri lasciano ben sperare: le due positività sono a fronte di 60 tamponi mirati. Il dato farebbe supporre che il problema è circoscritto.

A GARBATELLA, invece, sono nove le positività riscontrate dopo che la Asl Roma 2 ha sottoposto a tampone tutti i 108 abitanti di un palazzo occupato in piazza Attilio Pecile. L’allarme è scattato quando una famiglia di quattro persone residente nell’immobile è risultata affetta da Covid-19. Venerdì il palazzo è stato isolato e ieri tutte le persone positive sono state trasferite in ospedale. «Il cluster presso lo stabile in piazza Attilio Pecile a Garbatella è chiuso. Non ci sono più casi positivi all’interno della struttura», ha comunicato l’unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio. Per far svolgere la quarantena nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sono stati trasferiti in strutture di accoglienza anche altri occupanti risultati negativi. «La situazione è monitorata e sotto controllo. La Asl è sempre stata qui. Lo stabile è perimetrato e transennato. Gli abitanti sono stati da subito estremamente collaborativi e sanno che per 14 giorni dovranno restare in quarantena», afferma Alessandra Aluigi, assessora alle Pari opportunità e ai diritti Lgbt dell’VIII Municipio. Per il presidente della giunta municipale di centro-sinistra Amedeo Ciaccheri: «La situazione, seppur critica, è stata gestita con grande serenità e collaborazione fattiva».

«NON CI VOLEVA – dice Rosi, 46 anni, abitante del palazzo dal giorno dell’occupazione, il 6 aprile 2013 – La maggior parte di noi lavora alla giornata e se non può uscire non ha i soldi per sfamare la famiglia, anche se ci hanno assicurato che ci porteranno medicine e pacchi alimentari. Poi in occupazione si vive sempre con la paura dello sgombero: nessuno qui avrebbe un altro posto dove andare». Il consigliere capitolino di Sinistra per Roma Stefano Fassina ha commentato l’episodio: «Affrontare l’enorme carenza di case popolari era urgente già prima del Covid-19, lo è diventato ancora di più nella fase in corso, sia per garantire standard adeguati di sicurezza sanitaria, sia per far fronte alle conseguenze economiche e sociali della pandemia».

INTANTO A LIVELLO NAZIONALE continua la lenta discesa della curva dei contagi. La Protezione civile ha fatto sapere che ieri il numero dei positivi era di 27.485, con una decrescita di 1.512 assistiti rispetto al giorno precedente. Il totale dei decessi è arrivato a 34.301 (+78)