«Posso presentare la domanda anche se il mio cognome non inizia con A o B?». «Venga pure. I turni sarebbero serviti in caso di alta affluenza». L’ufficio postale tra via Serbelloni e via Casilina, nel quartiere multietnico di Torpignattara, apre ogni mattina alle 8.20. Stavolta, però, ci sono due novità. Fuori, una macchina bianca e blu con la scritta Vigilanza Cosmopol. Dentro, un cartello plastificato di «Avviso alla clientela» sui turni in ordine alfabetico per il reddito di cittadinanza. In fila agli sportelli la gente scarseggia. Alle 8.42 il vigilante sale in macchina e ingrana la prima.

ALLE 8.55 nella grande posta di via Taranto, in piena zona residenziale di San Giovanni, c’è poca luce e poca gente. Sembra una mattinata ordinaria. Il signore che accoglie i clienti e li indirizza verso gli sportelli è gentile. «Può fare la richiesta anche subito. Ci aspettavamo confusione, invece niente. Non credo aumenterà in mattinata, ho imparato che in questo ufficio quando c’è un problema lo trovi là sulla porta, prima di aprire».

ALLE 9.10 nella sala d’attesa del Caf Cgil di via Buonarroti sono sedute una decina di persone. Ci sono anche un impiegato dietro al bancone e un giornalista di Euronews con la telecamera. «In quanti sono qui per il reddito?», chiede ad alta voce. «Quasi nessuno, forse arriveranno dopo», risponde uno seduto in fondo.

L’unico ragazzo presente guarda il foglio che spiega la procedura per il sussidio, ma nega di essere lì per quello. Un altro uomo legge le istruzioni quasi nascondendole dietro la cartellina dei documenti che ha in mano. «A chi ha chiesto l’Isee nei giorni scorsi abbiamo dato appuntamenti scaglionati – dice l’impiegato – anche per questo oggi non ci saranno code. Solo quel signore è qui per la domanda».

AL 108 DI VIA CAVOUR, centralissima discesa verso i Fori Imperiali, c’è un Caf della Uil. Sono le 10.10 e qui la situazione è un po’ diversa. «C’è molta affluenza, ma ben organizzata – spiegano da dietro lo sportello -. Tutto sta funzionando bene, anche a livello telematico». La piccola sala d’attesa è gremita: uomini e donne, migranti e italiani, di mezza età o anziani. Non ci sono giovani.

«SONO UN MEDICO – racconta Doina -. Sono nata in Romania e sono venuta a studiare in Italia nel 1983. Dopo la laurea ho lavorato diversi anni in Sardegna in studi medici privati. Non ho mai vinto un concorso. Quando ho perso il posto mi sono messa a fare la badante. In nero». Ha 67 anni, sulla carta d’identità c’è scritto «medico chirurgo», ma lei racconta di aver fatto l’odontoiatra: «Per una donna era troppo difficile entrare in chirurgia». È in fila per il reddito. «Non ho mai preso sussidi – dice – mi pare una buona misura».

Le fa eco Daniela, siciliana di 45 anni seduta accanto: «Questi soldi ci servono, ma abbiamo tutti tanti dubbi. Non sappiamo se arriveranno davvero. Non c’è da fidarsi dello stato. Mai. Ora sono disoccupata, ma ho fatto le pulizie per molto tempo. Sempre senza contratto. Darò la disponibilità al lavoro e se me lo troveranno rinuncerò all’assegno senza problemi». Di fronte ci sono due uomini. Adonay è eritreo, ha 35 anni: «Sono qui dal 2008. Ho saputo del reddito su internet. Spero proprio di averlo. Così posso rinnovare il permesso di soggiorno». Permesso di soggiorno? «Sì, perché adesso chiedono la residenza in una casa. Prima ce l’avevo a Sant’Egidio, ma non vale più. Se mi danno il reddito, con i 280 euro per l’affitto posso prendere una stanza, ottenere la residenza e quindi il rinnovo».

IL CAF CISL DI VIA BUONARROTI, quartiere popolare di Tiburtino III, apre alle 14. Pochi minuti prima, in fila ci sono già sei giovani donne, un uomo anziano e un ragazzo. Si chiama Marco e ha 27 anni. Tuta acetata, tatuaggi sul collo e voce rauca: «Me pare una cosa buona ‘sto reddito. Per la gente come noi, che merita qualcosa. Ho fatto l’operaio ma sono disoccupato da 5 anni. Quasi tutti gli amici miei di zona lo chiederanno. Speriamo che ce lo danno».

LE ULTIME STIME ISTAT dicono che nel Lazio le domande saranno circa 330mila. 240mila a Roma. Nei giorni scorsi Luigi Di Maio aveva ripetuto che per chiedere la prima mensilità c’è tempo fino al 31 marzo. Gli esperti avevano previsto che la procedura telematica sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali avrebbe evitato code. Almeno per oggi, è andata così.