Sabato 6 giugno gli attivisti e le attiviste di Extinction Rebellion (XR) sono saliti sul parapetto di Ponte Sant’Angelo, in piedi rivolti al Tevere: una performance potente per comunicare lo stato di estremo pericolo in cui versa l’umanità a causa della crisi climatica ed ecologica in atto.

«Non stiamo andando verso la catastrofe, siamo nell’ istantaneità della catastrofe: l’intera umanità oggi si trova sul parapetto di un ponte, o scendiamo da qui o siamo destinati a cadere e morire. L’attuale modello di sviluppo basato sulla crescita infinita non garantisce più la sopravvivenza della specie umana sul Pianeta. Covid-19 è solo l’inizio. Il cambiamento climatico sta avendo e avrà conseguenze reali fuori dall’immaginazione: non è catastrofismo, è la scienza che lo dice da oltre 30 anni, senza essere ascoltata. I governi di tutto il mondo hanno sino ad oggi fallito nella loro missione di proteggere i cittadini: se non sarà attuato un cambio sistemico e una transizione ecologica  ora, l’umanità verrà presto decimata dagli effetti diretti e indiretti del collasso climatico!» – dichiara il gruppo XR di Roma.

 

Foto di Stella Levantesi

 

È precisa responsabilità del Governo quella di proteggere la salute dei propri cittadini. Per questo Extinction Rebellion chiede al Governo italiano di trattare la situazione attuale per quella che è: una crisi vera e propria. Il cambio deve essere sistemico, richiede coraggio e non è possibile procrastinare. Ora è il tempo ed è già tardi. Agire è un dovere morale dei Governi, per la difesa dell’intera umanità.

Secondo l’ONU il 75% dell’ambiente terrestre è stato gravemente alterato dall’azione antropica, l’impatto sull’ambiente marino arriva al 66%. L’attuale tasso di estinzione globale delle specie è fino a centinaia di volte superiore alla media degli ultimi 10 milioni di anni. Siamo nella 6° estinzione di massa, dovuta alla crisi climatica e ecologica più imponente della storia umana, «la sfida più grande dell’umanità», come l’ha definita lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. I livelli di anidride carbonica nell’atmosfera sono oggi i più elevati degli ultimi 800.000 anni.

 

Foto di Stella Levantesi

 

L’ultima volta che la concentrazione di anidride carbonica era così alta gli esseri umani non esistevano. Divampano incendi fuori controllo in Indonesia, Siberia, Brasile; in Australia sono bruciati più di 6 milioni di ettari di foresta; i ghiacciai si sciolgono senza sosta, cancellando migliaia di chilometri di coste e destinando centinaia di città costiere a scomparire per sempre; il permafrost si scioglie con più di 70 anni di anticipo rispetto alle previsioni, liberando nell’aria spore e batteri sconosciuti. È la cronaca di una morte annunciata, il risultato dell’inerzia e dell’irresponsabilità dei governi mondiali.

 

Foto di Stella Levantesi