La sindaca di Barcellona Ada Colau ha aperto la campagna elettorale per Gualtieri sindaco. Noi, attiviste e attivisti sociali, femministe, persone impegnate nella lista della Sinistra Civica Ecologista, l’abbiamo incontrata a Garbatella per uno scambio a tu per tu. Gli abbiamo raccontato dei nostri spazi autogestiti, di Lucha y Siesta, del centro sociale Spartaco, di Spin time, di Casetta rossa e del csoa La Strada. Lei ci ha spiegato come sta cambiando il volto di Barcellona tra realtà di movimento e governo locale.

«Come stai? Hai bisogno di aiuto? Cosa ti sta succedendo?» hanno ripetuto migliaia di volte i telefoni del Comune di Barcellona quando la Sindaca Colau ha deciso di contattare tutte le persone over 60 per lanciare un messaggio chiaro: una città non è fatta di strade, di lotti e stenditoi diremmo qui, ma delle persone che la vivono ed è compito dell’amministrazione starle vicino, anche in modo speciale. Anche costituendo un’azienda pubblica per la distribuzione dell’energia elettrica, aprendo un servizio odontoiatrico municipale e dando il via ad uno storico processo di ascolto dei cittadini e delle cittadine da parte di chi governa.

Una sfida da cogliere soprattutto nell’era della pandemia, dove dobbiamo tracciare netta la rotta comune nell’autonomia dei percorsi e delle differenze a sinistra e rimettere al centro una politica in grado di amministrare costruendo una visione di futuro che significa, oggi, scalzare le destre e le narrazioni qualunquiste.

Partiamo dal genere e dalla città da risignificare con il portato delle lotte femministe, della sorellanza nelle relazioni di prossimità che curano le ferite del distanziamento e restituiscono piena cittadinanza alle donne, stanche di morire uccise, strangolate di botte, messe a tacere dalla mascolinità tossica dentro e fuori la politica.

Una città che mette al centro chi è bersaglio facile degli effetti della pandemia e che cambia misura oltre l’ottica dell’uomo bianco, etereo che osserva impassibile le donne e le persone lgbtqi correre sul filo della scelta fra rischio e libertà, dove si lavora insieme allo svelamento del sottotesto di genere del lavoro riproduttivo, indispensabile per redistribuire il carico della cura senza nuove esclusioni, ma con inaspettate opportunità. Una città delle mille esperienze di mutuo aiuto solidarietà e lotta per i beni comuni.

Una geografia di possibilità dove muoverci per crescere, per cadere e rialzarci nelle relazioni di comunità che ricompongono equilibri di forze non dicotomiche, ma dinamiche. Un altro genere di forza per dirla con le parole di Alessandra Chiricosta.

E se a Barcellona una sindaca con una squadra visionaria oggi al secondo mandato, ha potuto rigirare tutto mettendo in alto il basso e garantendo diritti come servizi intessuti nelle reti sociali, decidiamo di farlo, diamo forza alle nostre energie migliori invadiamo il campo e impariamo dal meglio di ciò che la dimensione europea ci mette davanti agli occhi, con le gambe sotto le stesso tavolo per cambiare le regole del gioco. Torniamo a parlarci e a chiederci come stiamo, se abbiamo bisogno di aiuto e cosa ci sta succedendo. Nelle risposte più semplici troveremo le strada per vivere al meglio la nostra città.

Vale nelle pratiche di società e vale nella opportunità di portare in consiglio comunale a Roma una generazione cresciuta fuori dal palazzo.
Entrare nel palazzo per cambiare l’ordine del discorso, per ribaltare la città. Come ha fatto Ada in questi anni.

*Candidati al consiglio comunale di Roma per Sinistra Civica Ecologista