Incendi devastanti per le alte temperature da mutamento climatico ma anche per l’incuria, la scarsa prevenzione e la cattiva gestione dei territori. Dopo la Sardegna, stessa storia in Sicilia. L’isola brucia per il caldo a quaranta gradi e per il vento di scirocco che soffia alimentando i roghi.

LA SITUAZIONE PIÙ GRAVE è a Catania. La zona maggiormente colpita è quella del rione Fossa Creta, dove le fiamme sono arrivate alle case e diverse famiglie sono state evacuate. Anche in via Palermo i roghi hanno circondato i palazzi, che sono stati sgomberati. Si sono registrati momenti di tensione tra le squadre dei soccorritori e gli abitanti, preoccupati dall’evolversi della situazione. Diverse famiglie hanno tentato di difendere le loro case aggredite dal fuoco usando l’ acqua di casa. Chiuso al traffico l’asse dei servizi e bloccato l’accesso ad alcune strade.

Il fuoco ha distrutto lo stabilimento balneare Le Capannine, sul lungomare della Plaia. Le fiamme hanno raggiunto anche l’aeroporto internazionale di Catania, dove le operazioni di volo in arrivo e in partenza sono state sospese per permettere l’intervento dei mezzi elicotteri dei Vigili del fuoco. La situazione è drammatica. Il capo dipartimento della Protezione civile, Salvo Cocina, ha richiamato tutto il personale e sospeso le ferie.

MA OLTRE CATANIA è mezza Sicilia che brucia. Forestali e vigili del fuoco sono impegnati con tutti gli organici disponibili. Ma i fronti di fuoco sono moltissimi. Interventi aerei con elicotteri e canadair per tutta la giornata di ieri nel Palermitano, nella zona tra Piana degli Albanesi, Altofonte e San Giuseppe Jato. A Palermo la cenere è piovuta sulle case. «Ormai questo è un incendio unico – dicono i forestali – Siamo impegnati in massa e ci sono stati diversi operai che si sono infortunati nel corso dello spegnimento dei roghi da terra». Interventi aerei nella zona di Caccamo in contrada Manche e nella zona di San Nicola a Polizzi Generosa, nella zona dello Scanzano nella zona del bosco Ficuzza. Gli incendi sono stati favoriti dalle alte temperature e dal vento e hanno provocato ingenti danni alla vegetazione.

UN VASTO ROGO ha minacciato la diga Ancipa a Troina. Un enorme fronte di fiamme ha divorato i boschi di Piazza Armerina. Dalla Furma alla Ronza tutto in fumo. Difficili gli interventi da terra, resi ancora più complessi a causa del vento. E dopo il tramonto la situazione è diventata ancora più difficile, perché i mezzi aerei con il buio non possono alzarsi in volo.
Presidio oggi alle 18 a Portella della Ginestra devastata dalle fiamme, in difesa dell’ambiente e della memoria di un luogo simbolo delle lotte contadine del secondo dopoguerra. La manifestazione è organizzata dalla Cgil Palermo e dalle Camere del lavoro di Palermo e di Piana degli Albanesi. Desolante lo scenario che si è presentato ieri sul posto, con la cenere che ha ricoperto tutto il «sacrario», il luogo dell’eccidio del primo maggio 1947.

Le fiamme hanno annerito anche i sassi del memoriale con le date che ricordano la strage e i nomi delle vittime. «Andremo domani a Portella della Ginestra, luogo simbolo della memoria e delle lotte contadine, per protestare contro chi devasta il territorio e contro il disinteresse della politica – dice il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Nel posto dove furono trucidati i contadini oggi c’è un inferno di cenere. E tanta rabbia, perché mentre la Regione sta per licenziare i lavoratori, i boschi continuano a bruciare per il malgoverno e l’incuria».

INTANTO IN SARDEGNA, mentre ancora le fiamme non si sono del tutto spente nella vasta zona dell’Oristanese dove nei giorni scorsi sono andati in fumo ventimila ettari di boschi, ieri è arrivato un nuovo allarme della Protezione civile: per i prossimi giorni rischio incendio alto con attenzione rinforzata in quasi tutta la Sardegna e un preallarme tra Nuorese e il sud dell’isola. «Le condizioni – recita il bollettino di pericolo incendi – sono tali che, ad innesco avvenuto, l’evento, se non tempestivamente affrontato, può raggiungere dimensioni tali da renderlo difficilmente contrastabile con le forze ordinarie, potendosi rendere necessario il concorso della flotta statale».