Per Mondadori è stato pubblicato il volume Tutte le opere di Rocco Scotellaro (pp. 830, euro 28) per la cura di Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli. In realtà si tratta del corpus delle opere maggiori del poeta lucano di Tricarico, morto prematuramente a trent’anni nel dicembre del 1953.

Un volume di cui si sentiva il bisogno perché mai come oggi il giudizio lusinghiero di Franco Fortini su questo impegnato (socialmente e artisticamente) poeta civile risuona come monito: «Si sbagliano di grosso coloro che volessero farsene una bandiera per contrabbandare i loro lamenti e la loro retorica socialpopulista». Ecco, se c’è una cosa che non si può imputare a Scotellaro è la retorica.

Magari c’è, in alcuni testi, del resto incompiuti (pensiamo all’inchiesta «Contadini del Sud»), il segno di una acerbità che non ha avuto il tempo necessario per esprimersi, ma ciò che risalta di più – dalle poesie ai racconti, dal romanzo L’uva puttanella al corpus incompiuto sui contadini dove ha dato un esempio alto di inchiesta politica e umana, dalle prose giornalistiche agli scritti cinematografici – è la figura di un uomo che non riesce a scindere impegno politico e umano da quello artistico e ne fa la cifra della sua vita e, si potrebbe dire, della sua morte. E mai come in questo periodo si avverte il vuoto di personalità forti e appassionate come Rocco Scotellaro che ha lasciato traccia in versi moderni impastati in un mondo contadino che lungi dall’essere morto e reclama la sua «eternità» in un gioco dove natura e corpo sono tutt’uno, inscindibili.

Dove l’antica contraddizione tra città e campagna è risolta in versi che parlano all’oggi più che allo ieri, e sarebbe bello sapere cosa ne pensano i ragazzi che stanno riprendendosi le strade del mondo in nome di una natura (e di un’umanità) più che oltraggiata.

Un volume da leggere per riscoprire un autore moderno perché antico, ricco di sfaccettature. E fa bene Franco Vitelli, attento studioso da sempre del poeta, a rimarcare che Scotellaro «non è poeta della Lucania, casomai delle Lucanie del mondo. E l’eco di quel grido della rivolta contro le ingiustizie sociali trova ancora orecchie disponibili all’ascolto nel tessuto di una società oggi così lacerata».

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Il volume verrà presentato alla Gnam di Roma il 3 ottobre alle 17,30 (Sala delle Colonne). Interverranno i curatori del volume: Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli. Coordina Giuseppe Appella. Legge Blas Roca-Rey.