Galleria Colonna, afa, turisti, folla. Là ho chiacchierato l’ultima volta con Roberto. Tutti e due stanchi, a disagio, al termine di una vacua conferenza stampa a Montecitorio, in quei posti della nostra quotidianità professionale ma che non rispecchiano le nostre anime.

Come sempre mi ha preso in giro, chiedendomi «cosa ci fai ancora qui?», ma in realtà lo chiedeva a se stesso.

Ho sempre pensato che Roberto fosse a Roma per sbaglio e che per sbaglio facesse il mestiere del giornalista d’agenzia. Non che gli riuscisse male, anzi. Era proprio bravo, curioso, rapido e perspicace, con quel pizzico di sarcasmo e autoironia che gli invidiavo. Ma ciò che lo rendeva un “alieno” tra i giornalisti era innanzitutto la sua gentilezza, poi il sorriso, infine la correttezza, tanto nei modi che nella sostanza. Sempre pronto ad aiutare, con quel suo incedere un po’ etereo, gli abiti larghi e chiari. Un leggero accento del nord, l’erre moscia appena accennata. Un signore.

L’avevo conosciuto al manifesto e per un periodo avevamo condiviso una stanzetta, due piccole scrivanie, mi ricordo che le sue ginocchia strabordavano di lato. Anche allora mi aiutava, mi passava i pezzi e in cambio si faceva raccontare delle mie pseudo avventure alpinistiche. Poi lui andò alla Reuters e io altrove. I nostri contatti si sono rarefatti, ma non ci siamo mai persi di vista. Ultimamente ci siamo incontrati più spesso, con reciproco piacere, quasi un sollievo nel vedere un volto amico in un mondo a noi sempre più estraneo.

Finivamo immancabilmente per abbandonare i temi della nostra professione per parlare dei nostri veri amori: i figli e la montagna. E così ci è capitato anche l‘ultima volta, poche settimane fa. Non mi aveva detto che intendeva andare al Rosa, forse ancora non lo sapeva neppure lui. Mi piace credere che quando quel rampone lo ha tradito lui stesse godendo del meraviglioso mondo che lo circondava, col suo largo sorriso, per poi raccontarlo ai suoi figli appena tornato a casa.

I funerali di Roberto Landucci si svolgeranno mercoledì pomeriggio a Roma, presso la chiesa di Santa Francesca romana.