Creatività oggi significa metter mente e mano su strumenti di creazione che hanno la caratteristica di comunicare con l’ambiente che ci circonda, tra di loro – macchina da scrivere, pennello, matita, penna, scalpello, tornio, stampante sono dotati di intelligenza e sensori. Certamente, siamo creativi anche senza strumenti, ma poter realizzare concretamente i nostri sogni e progetti è ciò che ha fatto, dell’Homo, il Sapiens (come abbiamo visto in 2001 Odissea nello Spazio). Gli umani hanno costruito strumenti per accrescere la propria potenza, diminuire la fatica, esprimere creatività. Oggi i progressi dell’informatica, della meccanica e delle comunicazioni permettono di dotare le macchine di sufficiente «intelligenza» da renderle sempre più autonome. Possiamo prevedere che nel nostro secolo arriveremo a convivere con la prima intelligenza aliena della nostra storia, i robot. La robotica è una disciplina ancora nuova, che assembla competenze e tecnologie dai molti settori: meccanica, elettronica, informatica, intelligenza artificiale, automatica, sistemistica, fisica, psicologia, etologia, antropologia, design, ecc. La creatività (divergente, trasversale) è necessaria: i robotici «pescano» da diverse scienze, e o si ispirano alla natura, o si allontanano dal naturale per immaginare forme e funzioni da fantascienza. Durante il Festival della Cultura Creativa, parleremo anche di robot educativi. Grazie a piccoli kit robotici educazionali e ludici, i bambini possono esplorare il campo dell’ingegneria e delle scienze esatte, in modo divertente. In molte nazioni i robot sono impiegati fin dalle elementari per illustrare concetti di ingegneria, fisica, elettronica, programmazione e automazione. La robotica a scuola può moderare l’abbandono scolastico; è impiegata nella didattica dei Bisogni Speciali e dello spettro autistico; riesce a rinnovare l’interesse verso lo studio delle scienze. Un progetto cui teniamo molto è «Roberta». Si tratta di un piccolo kit robotico che dà il nome a progetto, iniziato nel 2001 dal Fraunhofer Institut IAIS dedicato a promuovere la robotica tra le ragazze degli istituti primari e secondari. È chiaro che le donne europee sono un potenziale non utilizzato, nei settori della ricerca scientifica e delle professioni collegate alla scienza e alla tecnologia. Certamente, per affrontare il problema occorrono tempi medi. Scopo del Progetto Roberta è proprio quello di promuovere l’interesse delle ragazze verso la scienza e la tecnologia, partendo dalla robotica, e impiegando dei kit robotici. Scuola di Robotica è Centro Nazionale del progetto Roberta. Diverse ricerche rilevano che il problema principale che le ragazze affrontano rispetto allo studio delle scienze risiede nella mancanza di fiducia, che diventa predittiva dell’insuccesso. I fattori di rinforzo della certezza dell’insuccesso sono relativi alla minore esperienza (di solito alle bambine non si regalano giochi meccanici/meccatronici, così che arrivano a operare sulle tecnologie dopo i loro coetanei maschi). Scopo di Roberta è intervenire nella fascia di età in cui si allarga la forbice dell’interesse tecno scientifico fra i sessi, promuovendo l’interesse delle ragazze verso la scienza, partendo dalla robotica. La sensibilità di genere in Roberta è molto semplice. La condizione prima è che in ogni classe o gruppo, il 50 per cento siano ragazze. I corsi iniziano con gruppi divisi per sesso, poi si formano autonomamente gruppi misti. Le ragazze vengono incoraggiate, per costruire la fiducia nelle proprie capacità (al contrario, nei corsi di informatica i docenti tendono a lodare gli alunni più veloci e smart, e quelli lenti e le ragazze sono lasciati indietro). Molti di noi hanno imparato a costruire strutture complesse giocando con il noto Meccano. I robot per la scuola sono il Meccano del terzo Millennio.