Paul Grivas è uno dei due operatori impiegati da Jean-Luc Godard sul set di Film Socialisme, di cui Film Catastrophe realizza, a dieci anni di distanza, un making of diverso dal solito, che fa a meno delle solite interviste agli attori e al regista sul set e inventa un curioso dialogo con il film di Godard. È soprattutto un ritratto di quest’ultimo, semplice e piuttosto riuscito, dove si scopre il regista al lavoro. Film Catastrophe ha circolato in diversi festival. Verrà proiettato il 21 febbraio alla Cinémathèque Française, che dall’8 gennaio al primo marzo allestisce una retrospettiva dedicata proprio a Godard. A partire dal 26 febbraio, il film sarà visibile gratuitamente in streaming sul sito www.filmcatastrophe.com

LA CATASTROFE a cui il titolo fa allusione avviene il 13 gennaio del 2012, quando la nave da crociera Costa Concordia naufraga davanti alle coste del Giglio. Il bilancio delle vittime è impressionante: 32 morti, 2 dispersi. Tutta l’Italia assiste basita ad una tragedia assurda ed a tratti surreale. Chi aveva visto Film Socialisme aveva un motivo di stupore in più: la nave era quella che Godard aveva filmato due anni prima.
In Godard c’è, ed è noto, un’arte divinatoria che si esprime in quasi tutti i suoi film, sebbene in maniera diversa, e che in generale è l’attitudine a orientare la macchina da presa verso un oggetto che in quel momento è intempestivo e che qualche anno dopo sembra invece imporsi a tutti. Nel 1967 Godard era già sulle barricate con il libretto rosso in mano. Negli anni settanta si era già convertito al video… Salvo abbandonarlo il decennio successivo, quando tutti si mettono un Vhs in casa. Nel 2009, sbarca sulla Costa Concordia per il naufragio della cultura mediterranea, che all’epoca sembra solo una crisi economica, e di cui solo ora si misura la portata politica e morale.

Film Catastrophe comincia col rendere giustizia alla strana coincidenza del naufragio effettivo della nave, che si potrebbe attribuire ad un puro caso, se appunto il cinema di Godard non fosse proprio caratterizzato da questa capacità di essere al passo col proprio tempo, vale a dire di anticiparne la direzione. E che in realtà non ha nulla di magico. Ma che appare sovrannaturale perché fa coincidere, senza cancellarne l’identità, due modi di pensare molto diversi: l’analisi politica e il linguaggio cinematografico. È ovvio che Godard non può prevedere la manovra che porta al naufragio della Costa Concordia. Ma nel momento in cui decide di filmare il mediterraneo sceglie precisamente questa sorta di Arca di Noè al contrario che è la crociera.

LA COSTA CONCORDIA è il simbolo galleggiante di una civiltà già morta ma che avanza ancora per abbrivio. Tutto quello che il capitalismo è in grado di offrire galleggia (o affonda) nel suo ventre metallico: ascensori panoramici, ristoranti aperti giorno e notte e, come si vede in questi giorni, epidemie virali.
Ma se questo era chiaro in Film Socialisme, che bisogno c’era del Film Catastrophe? Se nulla è più godardiano dell’anticipazione, allora nulla è più anti-godardiano d’un film retrospettivo. Godard non guarda mai indietro. Le immagini e le parole e i quadri del passato, che cita in continuazione, sono sempre messi in movimento, uniti nel montaggio per creare un dialogo inedito. In questo senso, Grivas ha fatto un film perfettamente anti-godardiano.

EPPURE è un film che si lascia vedere. È costruito semplicemente a partire da due materiali. Da un lato, le immagini girate da Grivas per il film di Godard e che riutilizza qui lasciandole allo stato bruto, alla maniera dei giornalieri che un tempo si proiettavano in presenza dell’equipe (come si vede, per esempio, all’inizio del Disprezzo). Grazie a questi materiali vediamo Godard a lavoro, fare da sé il ciak con le mani, dare consigli e dirigere gli attori, prima della ripresa o durante, con particolare attenzione al gesto e al tono. Questi momenti divertono senza essere mai dei semplici aneddoti. Sono anzi documenti preziosi per chi si interessa a quel misto di ultra modernità ed arcaismo che è il cinema di Godard.

IL SECONDO materiale sono delle riprese che Grivas ha fatto per sé sul set, forse già pensando a questo film. Grivas non cerca mai di fare il verso a Godard. Questi due materiali interagiscono tra di loro in maniera naturale, come una sorta di dialogo nel quale si invita un terzo tipo di immagini, che pur non essendo quantitativamente maggiore danno il tono al film: si tratta di video girati dai sopravvissuti del disastro. Film Catastrophe appare allora come una sorta di film ritrovato, come una carta memoria anonima riemersa dalle macerie.