In quella che somiglia ormai quasi a una litania ovvero l’informazione/previsione sulla riapertura delle sale nel mondo, spiccano i titoli sui giornali dell’industria cinematografica americana degli ultimi giorni, in cui si celebra appunto – con la concomitanza dell’ampia campagna vaccinale – le prove di ripartenza dei cinema e dell’industria al di fuori delle piattaforme. Il futuro è però incerto e al di là della pandemia in sé che come detto molte volte ha messo in moto dinamiche economiche già abbastanza attive negli ultimi anni – con le differenze tra i paesi che riguardano anche i regolamenti sulle finestre di distribuzione e via dicendo.
In Italia per ora i cinema (e i teatri) rimangono sbarrati, si parla di una possibile data del 20 aprile, cioè tra pochissimi giorni, che sembra già un’ ipotesi remota considerando le questioni dei colori e via dicendo. In Francia Macron nel suo ultimo discorso ha promesso la riapertura dei luoghi culturali il prossimo maggio, anche lì molta incertezza se non che c’è da decidere la sorte del Festival di Cannes che ha annunciato l’edizione 2021 – dopo il «salto» della precedente – per luglio (6-17), un eventuale prolungamento della chiusura ne metterebbe in discussione lo svolgimento in quella data.

«SCREEN INTERNATIONAL» riporta un calendario «aggiornato» il cui dato comune dice che le sale restano per ora chiuse, spesso rimandando questa decisione al coprifuoco in vigore un po’ ovunque (ci sarebbe molto da dire su quest’ultimo punto).
Troviamo sale aperte – seppure con capacità e orari ridotti – in Bulgaria, Egitto, Kosovo, Montenegro, Svezia, Spagna, Russia, Serbia, Norvegia, Macedonia, Arabia Saudita, Islanda, Cipro (dove però molte hanno optato per la chiusura). E poi l’Asia: Cina, Taiwan, Hong Kong.