Se il 2017 è stato segnato da David Simon e George Pelecanos (The Deuce) e da David Lynch e Mark Frost (Twin Peaks), il 2018 potrebbe essere ricordato per altri ritorni.
In primo luogo, Alan Ball (Six Feet Under, True Blood) che con Here and Now (Hbo) continua a raccontare le complessità dell’esistenza. Altro ritorno di un certo rilievo è quello di Matthew Weiner che dopo I Soprano e Mad Men vira verso un soggetto potenzialmente sorprendente: The Romanoffs, una serie antologica creata per Amazon, ambientata ai nostri tempi con protagonisti i presunti discendenti dell’ex famiglia reale.

 

 

 

Il nome di Neil Cross era legato a quello di Luther, detective fuori dagli schemi, perso nei suoi demoni. Ora si cambia pagina con Hard Sun (Bbc e Hulu) e con una coppia di detective calati in uno scenario apocalittico, divisi tra il rispetto della legge e l’annunciata fine del mondo. Veena Sud, invece, dopo The Killing si confronta ancora con il thriller. Seven Seconds (Netflix) è un racconto sul nostro contemporaneo, in primo luogo sull’odio a sfondo razziale.

 

 

Sono da citare infine alcuni dei titoli più intriganti: The Looming Tower (Hulu), serie tratta dal libro omonimo di Lawrence Wright (in Italia Le altissime torri, Adelphi) che suscita interesse proprio per l’autore, tra i pochi ad aver scritto sull’11 settembre in modo equilibrato e avvincente, tenendosi alla larga dai deliri complottisti.
Waco, sei episodi che ricostruiscono la vera storia del predicatore David Koresh e del tragico assedio compiuto dalle forze dell’ordine nel 1993. E ovviamente nella lista dei desideri non poteva mancare il ritorno eccellente di Soderbergh con lo sperimentale Mosaic (Hbo) e i fratelli Coen (Netflix) con l’antologia western, The ballad of Buster Scruggs. Ma di questo e altro avremo un anno intero per scriverne e per scoprire se tanta attesa fu giustificata.