Ritorni di fiamma, una seconda vita per le canzoni
Kate Bush - Hounds of love (1985)
Visioni

Ritorni di fiamma, una seconda vita per le canzoni

Tendenze Il nuovo fenomeno del "vecchio": brani che tornano in classifica per effetto di serie tv e social network. Tutta colpa della "retromania"
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 luglio 2022

«Oldies but goodies» si dice in inglese di una vecchia canzone che rimane, in qualche modo, sempre in auge. Non esiste però ancora un’espressione per quei vecchi brani che, improvvisamente, vengono riproiettati nelle classifiche di vendita conoscendo una seconda notorietà. È quanto è successo nelle scorse settimane, in maniera clamorosa, a Running Up that Hill di Kate Bush, canzone originariamente pubblicata nel 1985. Resa improvvisamente virale dall’utilizzo – centrale, peraltro, ai fini della trama – nella quarta stagione della serie Stranger Things, il brano è arrivato sesto nella classifica di Billboard ed è stato il più ascoltato su Spotify in Uk e negli Usa. Dati che la Warner non ha potuto ignorare, riproponendo così la canzone alle stazioni radiofoniche. Su scala minore, la serie Netflix ha riportato all’attenzione anche Master of Puppets dei Metallica, dandole un ruolo di primo piano nell’ultimo episodio della stagione.

IL FENOMENO comunque si spinge ben al di là dell’effetto Stranger Things, trovando nei social network il proprio motore. Su TikTok infatti diventano spesso «virali» canzoni del passato, com’è accaduto con Dreams dei Fleetwood Mac (1977) o con Another Love di Tom Odell (2012). Come riporta un articolo di «Variety», artisti ed etichette stanno lavorando a diverse strategie per sfruttare e «allungare» questi ritorni di fiamma, pubblicando magari delle nuove versioni della vecchia canzone e cercando poi di promuoverle in radio.
La domanda è, in un mondo che si vorrebbe sempre attratto dal nuovo, come mai questo ritorno del passato sempre più insistente? Il critico musicale britannico Simon Reynolds aveva definito il fenomeno alcuni anni fa «retromania», come recita il titolo di un suo libro del 2011. La tesi, pensata per il campo musicale ma applicabile anche altrove, è che se fino agli anni ’90 si creava con lo sguardo rivolto al futuro, con i Duemila siamo entrati in un’epoca malata di passatismo. Al punto che, per piacere ai più, un brano deve necessariamente «riciclare» qualcosa di già sentito. Senza entrare in valutazioni di merito, è lampante che ci troviamo di fronte alla spiegazione del successo dei Maneskin così come del super-retro Stranger Things, con relativa colonna sonora.

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