Nati a Trondheim, in Norvegia, nel lontano 1989, i Motorpsycho nel tempo hanno saputo costruire in tutta Europa, ed in modo particolare in Italia, un culto solido ed ancora in espansione, grazie a live torrenziali e ad una produzione indefessa e caleidoscopica, capace di spaziare da un noise-rock inclassificabile ed evoluto a parentesi country &western, da numeri pop a spericolate jam grondanti lsd ed altro ancora. Stabili attorno alle figure del bandleader, bassista e cantante Bent Saether e del chitarrista Hans «Snah» Magnus Ryan, con il batterista Tomas Järmyr, già con gli Zu, stanno vivendo ora un’ennesima giovinezza. The all is one esplora in parte il loro lato più rivolto al songwriting di impronta west coast (The Same old rock, titolo eloquente) o a una idea di folk lunare e di hard-prog sanguigno. Poi, un magnifico buco nero: N.O.X. suite in cinque parti che annulla spazio, tempo ed angosce di questo periodo. Ritmi dispari, fughe jazz, ellissi, eclissi, psichedelia, terapia, avant-retro-space; i Motorpsycho sono semplicemente una tra le migliori band rock del mondo.
Ritmi dispari e spericolate jam
Note sparse. Ritornano i Motorpsycho con l'album «The all is one» che esplora in parte la loro capacità di scrittura di impronta west coast
Note sparse. Ritornano i Motorpsycho con l'album «The all is one» che esplora in parte la loro capacità di scrittura di impronta west coast
Pubblicato 3 anni faEdizione del 21 ottobre 2020
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