Saranno ritirati i 391 licenziamenti per la ex Embraco. La curatela fallimentare del gruppo, Ventures, è stata autorizzata dal giudice a presentare la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per cessata attività per i lavoratori ex Embraco per sei mesi. L’annuncio arriva da una nota unitaria di Fim Fiom Uilm e Uglm di Torino. Entro oggi saranno inviate le lettere di revoca del licenziamento dei lavoratori che avrebbero avuto effetto a partire dal prossimo 23 luglio. «Dopo gli incontri in videoconferenza dei giorni scorsi con ministero del Lavoro, quello dello sviluppo economico, Regione Piemonte e curatela fallimentare, siamo finalmente arrivati alla definizione della proroga degli ammortizzatori sociali per i prossimi mesi – hanno commentato i sindacati – O ggi la curatela ci ha informato che è stata autorizzata dal giudice a presentare la richiesta di proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria per cessata attività» «Un risultato raggiunto con non poche difficoltà per via degli ostacoli di procedura burocratica. Difficoltà superate grazie anche alle organizzazioni sindacali e alla Regione Piemonte che hanno convinto le parti ad usare il buon senso per il bene dei lavoratori e della collettività». «Questa non è la fine della storia, casomai rappresenta un nuovo inizio: il governo è chiamato a dare finalmente una risposta concreta. Definisca subito uno o più progetti industriali per ridare la dignità del lavoro a tutte e tutti i lavoratori che stanno soffrendo da troppi anni».

Sono stati sospesi anche i 400 licenziamenti annunciati lo scorso 31 marzo alla Elica, l’azienda che produce cappe aspiranti nello stabilimento a Cerreto D’Esi, nelle Marche e aveva annunciato la delocalizzazione in Polonia. «è un primo risultato positivo, ottenuto grazie alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori – sostengono Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile del settore elettrodomestico, e Pierpaolo Pullini della Fiom Ancona – Ora bisogna salvaguardare il futuro dell’azienda e l’occupazione, ritirando il precedente piano industriale, proseguendo un confronto costruttivo per uno nuovo».