I risultati finali delle elezioni per la 24esima Knesset sono arrivati ieri sera mostrando un dato politico inequivocabile. Benyamin Netanyahu non ha la maggioranza di destra che durante la campagna elettorale affermava di poter ottenere già la sera del 23 marzo, alla chiusura delle urne. I cinque partiti religiosi e di destra del cosiddetto blocco pro-Bibi hanno conquistato 59 scranni, due in meno rispetto alla maggioranza di 61 seggi. Di fatto il premier israeliano ha perso le elezioni anche se il Likud, il suo partito, ha avuto più voti degli altri. Ha perduto perché la campagna vaccinale che ha immunizzato oltre la metà degli israeliani, e il recente Accordo di Abramo firmato da Israele con quattro paesi arabi, non hanno prodotto i consensi che Netanyahu si aspettava.

Inutili sono risultate anche le manovre dietro le quinte con cui il premier ha letteralmente demolito il partito centrista Blu Bianco di Benny Gantz che nelle tre precedenti elezioni tenute tra il 2019 e il 2020 lo aveva insidiato. Così come quelle che hanno favorito la frattura nella Lista unita araba da cui è uscito il partito islamista Raam. Vano per il raggiungimento della maggioranza di 61 seggi è stato il suo impegno per favorire la nascita di una coalizione di estrema destra: Sionismo Religioso. Proprio questa formazione – che include il partito razzista Otzma Yehudit – sta già ponendo ostacoli a un possibile tentativo di Netanyahu di convincere gli islamisti a fornire, con i suoi quattro parlamentari, un inedito appoggio esterno a un esecutivo di destra, in cambio di fondi e provvedimenti a favore della minoranza araba in Israele. I leader di Sionismo Religioso minacciano di farsi da parte di fronte a qualsiasi trattativa con Raam che, a sua volta, segnala di preferire un’alleanza con il campo anti-Bibi. Intanto il partito Yamina continua a non sbilanciarsi. Netanyahu dovrà sudare non poco e offrire un’adeguata contropartita politica per avere il suo appoggio.

Il campo contro Netanyahu conta 57 seggi ma è più eterogeneo con due partiti centristi (Yesh Atid, Blu e Bianco), due di destra (Yisrael Beitenu e Nuova Speranza) e due leggermente più spostati a sinistra (Laburisti e Meretz). Le trattative per arrivare a una nuova maggioranza, pro o anti Bibi, sono già avviate. Se non si troverà un accordo, Israele tra qualche mese tornerà di nuovo alle urne.