L’impennata di casi dovuti a Omicron ha già conseguenze economiche pesanti. E una lunga fila di settori che sono tornati a chiedere “ristori” come avvenuto nel 2020 e nel 2021.

Senza dimenticare le discoteche chiuse di nuovo, il settore di certo più colpito è quello del turismo, sia per la penuria di presenze nella stagione invernale in montagna e nelle città d’arte. Il governo ha già promesso aiuti anche al calcio che ha deciso di autoridurre la capienza degli stadi di serie A forte della promessa di sgravi fiscali per tutte le categorie e discipline – dalla serie B in giù l’attività è bloccata come per tutti gli sport di squadra che dicono addio agli introiti dei biglietti.

GIOVEDÌ DOVREBBE TENERSI il consiglio dei ministri che approverà il nuovo decreto. Difficilmente si chiamerà «ristori» per distinguersi dai provvedimenti del governo Conte 2, anche se proprio il M5s è la forza politica che più spinge per un nuovo scostamento di bilancio.
Draghi e Franco invece puntano a utilizzare risparmi di spese del 2021 per racimolare i due miliardi che al momento per loro bastano a coprire gli interventi previsti.

Il primo sarà un prolungamento di ulteriori 13 settimane di cassa Covid per le aziende in difficoltà.

Sotto questo punto di vista i sindacati del turismo stanno denunciando parecchi casi di procedure di licenziamento aperte nei primi giorni dell’anno. Il settore faceva parte dei pochi che avevano usufruito del prolungamento del blocco dei licenziamenti fino a fine anno. Appena scaduto però più di un’impresa non ha atteso un minuto per partire con le procedure di licenziamento. È il caso ad esempio di due storici alberghi romani. Come denuncia la Filcams Cgil, l’Hotel Sheraton di via del Pattinaggio, all’Eur, e l’Hotel Majestic, storico 5 stelle di via Veneto hanno aperto procedure rispettivamente per 164 lavoratrici e lavoratori e 47 lavoratori. «Solo a Roma si rischiano 8000 esuberi nel settore alberghi», stima la Filcams. Già da giorni Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs lanciano l’allarme rispetto all’assenza in Legge di Bilancio della proroga delle tutele occupazionali e degli ammortizzatori in deroga: «A rischio c’è l’occupazione e il reddito per oltre due milioni di lavoratrici e lavoratori del turismo, del terziario e degli appalti di servizi (nel frattempo per 1.100 lavoratrici degli appalti di pulizia nelle scuole è partita la procedura). Per Cgil, Cisl e Uil «si rende necessario provvedere immediatamente ad una ulteriore proroga degli ammortizzatori con causale Covid e del blocco dei licenziamenti».

I sindacati rilanciano poi la richiesta di ripristinare le tutele previste fino al 2021: oltre alla cassa Covid – gratuita per le imprese – i congedi e l’equiparazione della quarantena per contatto alla malattia.

SPUNTANO INOLTRE RICHIESTE rimaste in sospeso dopo la legge di bilancio. Perfino fonti Pd ricordano che a marzo scade il contratto dei lavoratori Ata della scuola assunti per il Covid, mentre una petizione online punta a recuperare il bonus psicologo che all’ultimo è uscito dalla legge di Bilancio.

Tutti i partiti, senza eccezioni, puntano poi a stanziare nuovi fondi contro i rincari di luce e gas, dopo i 3,8 miliardi previsti in manovra per il primo trimestre 2022 con parecchie imprese che hanno già bloccato la produzione a causa del caro bollette mettendo i lavoratori in Cig nonostante siano piene di ordini. Ma il governo si mostra molto cauto all’idea di intervenire fin da subito.

Tra i settori che chiedono indennizzi anche quello dei trasporti con Italo e una lunga serie di imprese di autolinee.