Il 25 Aprile a Trieste è sempre stato “divisivo”. Dopo 44 anni la Risiera torna ad essere momento di divisione e contrapposizione tra le istituzioni e la città democratica. Nel 1975 allorquando quel luogo di sterminio, recuperato all’ incuria venne restituito alla memoria antifascista, non mancarono i fischi di contestazione all’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone («eletto coi voti dei fascisti/ viene parlare alla Risiera» cantava la nuova sinistra), e dopo lo «sdoganamento” dei ragazzi di Salò operato da Fini e Violante nel 1998, la destra postfascista si trovò la strada spianata per riscrivere una versione della storia delle vicende di questi luoghi che fosse adattabile alla sua pervicace e nefasta propaganda di riabilitazione ideologica del fascismo.

In maniera “soft” ai tempi di Berlusconi, ma in modo più esplicito ora che ogni barriera di decoro e pudicizia politica sembra essere crollata , tant’ è che per il secondo anno la giunta comunale di Dipiazza, in sintonia col presidente della Giunta Regionale Fedriga, nega la possibilità della parola ad un esponente dell’ Anpi o dell’ associazionismo democratico. Per cui più che di rigurgiti propagandistici della destra, possiamo parlare di un vero sopruso ed attacco alla storia democratica della città da parte di una destra che utilizza le istituzioni per veicolare ed imporre all’opinione pubblica il revisionismo storico e il suo comando ideologico sulla città. Come la vicenda per zittire gli storici sul tema delle foibe ha ben evidenziato. Così il 25 aprile a Trieste, città medaglia d’ oro al valor militare, si terranno due cerimonie: una «ufficiale» cioè irreggimentata dalla destra, un’ altra promossa dall’ Anpi, dall’ Aned (e ex deportati), dalla Cgil e dall’Arci e che muoverà da Piazza Valmaura in corteo verso la Risiera non appena «quella» si sarà conclusa. «Dobbiamo difendere i valori antifascisti – ha dichiarato il segretario dell’Anpi di Trieste Fabio Vallon in una conferenza stampa tenuta assieme a Michele Piga segretario cittadino della Cgil.

In questo contesto sorprende e stride non poco la posizione del Pd regionale il cui segretario Shaurli ha dichiarato la propria «contentezza» per la presenza di Fedriga (sic) alla cerimonia in cui ai democratici ed antifascisti non viene data la parola .È questo il sentimento «ufficiale» del Pd? Mai come oggi quindi il compito di difendere la memoria antifascista, i valori democratici e repubblicani sembra essere sempre più difficile in una realtà dove a tener banco è al meglio una destra legata a filo doppio ai potenati locali economici, al peggio la versione salviniana del comando autoritario e del controllo delle istituzioni. E con un Pd incapace di cogliere il valore di una intransigente difesa della storia democratica del Paese. Il Comizio finale della cerimonia “non ufficiale” sarà quindi tenuto da Emilio Ricci, vicepresidente dell’ Anpi nazionale e si concluderà con le canzoni di lotta del Coro Partigiano «Pinko Tomazic» . A seguire pranzo popolare in Casa del popolo di Sottolongera.