Per il quarto anno consecutivo si è svolto a Riccione Ciné, Giornate estive di cinema, il cui motivo fondamentale sono le centinaia di esercenti che confluiscono per assistere alla presentazione dei listini dei distributori con i film in uscita sino alla fine dell’anno e qualche spolverata d’anticipazione sull’anno prossimo. Dopo avere visto quantità industriali di trailer, questo è quel che ci aspetta trascurando azione, fantasy e animazione che imperversano, non sempre a ragione.

In Italia si preferisce ridere, per esempio in Scusate se esisto! di Riccardo Milani in cui Paola Cortellesi rimane folgorata da Raoul Bova il quale però preferisce i maschietti. Anche Non c’è due senza te (appena iniziate le riprese) punta al sorriso con Fabio Troiano e Dino Abbrescia genitori gay. Allora spostiamoci a New York con Love is strange di Ira Sachs con Alfred Molina e John Lithgow, solida coppia da quaranta anni messa in crisi dalla… crisi economica.

E risaliamo all’origine della crisi spostandoci in Gran Bretagna con Pride in pieno regno Thatcher (fu lei con Reagan a legiferare che il mercato non vuole regole, se le dà da solo) all’epoca i minatori erano in sciopero contro le sue scelte e durante il gaypride vennero raccolti fondi per sostenerne le malmesse famiglie. Solo che quell’aiuto, inizialmente, venne vissuto come imbarazzante dal sindacato. Non bisogna dimenticare che la swinging London nacque quando l’omosessualità era ancora reato in Inghilterra (fu dichiarata legale nel 1967, mentre Irlanda del Nord e Scozia lo fecero solo a inizi ’80).

Un’altra storia racconta questa persecuzione, quella di Alan Turing, interpretato da Benedict Cumberbatch in Imitation Game. Durante la seconda guerra mondiale Turing, scontroso matematico, contribuisce in maniera decisiva a decriptare Enigma, lo strumento usato dai nazisti per le loro comunicazioni segrete. Quindi contribuisce alla vittoria, ma questo non lo preserva dall’essere strapazzato dalle autorità in quanto gay.

Poi ci sono le biografie, e ce n’è per tutti. Si parte da Luchetti che rilegge il papa argentino con Chiamami Francesco allo scontro scacchistico tra Bobby Fischer e Boris Spasski di Pawn Sacrifice di Edward Zwick con Tobey Maguire e Liev Schreiber protagonisti, poi Stephen Frears che rilegge la disavventura umana e ciclistica di Lance Armstrong (Ben Foster) in L’ultima leggenda. Emmanuelle Devos è la scrittrice Violette Leduc in Violette, William Defoe è Pasolini nell’omonimo film di Abel Ferrara, Amy Adams e Christoph Waltz sono i coniugi Margaret e Walter Keane in Big Eyes di Tim Burton.

Ci sono anche documentari su Michael White il mitico produttore di The Rocky Horror Picture Show, The Last Impresario, o sullo scomparso critico cinematografico statunitense Roger Ebert, Life Itself. Ma il documentario musicale che fa già venire i brividi e Janis: Little Girl Blue di Amy Berg su Janis Joplin, mentre troviamo anche Nick Cave in ambito musicale dove spuntano alcuni biopic curiosi. Franco Califano viene rivisto in Non escludo il ritorno di Stefano Calvagna con Gianfranco Butinar a interpretare il protagonista. James Brown torna invece in auge grazie a Get on up di Tate Taylor che si è affidato a Chadwick Boseman per interpretare il padre del funky mentre All is by my Side di John Ridley ripropone l’indimenticabile Jimy Hendrix con André Benjamin. Accanto a questi troviamo dei film concerti dedicati a Fabrizio DeAndré, The Who, The Rolling Stones, David Bowie e molti altri che si aggiungeranno.

C’è anche un dato curioso che riguarda James Franco: sono annunciati ben sei film in uscita in sei mesi. Lo Stachanov del grande schermo è infatti in The Iceman dove si racconta la storia, romanzata ma vera, del killer a pagamento Richard Kuklinski. Ma lo troviamo anche marito di Kate Hudson come coppia statunitense che vive a Londra alle prese con un debito che non riesce a onorare titolo: Good People. In Third Person di Paul Haggis, storia di tre coppie in tre diverse città, Franco è il preoccupato marito di Mila Kunis, accusata di avere tentato di uccidere il loro bimbo. Poi tocca a lui in Every Thing will be fine di Wim Wenders dove guidando ha ucciso senza colpa un bambino e ne rimane comprensibilmente sconvolto. In The Interview di Ewan Goldberg e Seth Rogen siamo invece al delirio con James conduttore televisivo amato da Kim Jong-un, che vuole farsi intervistare da lui mentre la Cia gli commissiona l’assassinio del ditattore nordcoreano. Infine As I Lay Dying, trasposizione dal romanzo di William Faulkner in cui è protagonista e regista.