Sono stati 10.872 i nuovi casi di Coronavirus ieri in Italia, 4.232 in meno di domenica (15.104). Un dato che risente del minore numero di tamponi processati: 87.889 ieri, 49.531 in meno rispetto al giorno precedente. Risale il tasso positività: ieri era al 12,3% rispetto al 10,9% di domenica. Ancora alto il numero delle vittime: 415 (domenica erano stati 352) con il totale dei decessi da inizio pandemia che arriva a quasi a quota 70mila (69.214 morti). Sono i numeri del bollettino diffuso ieri dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore della Sanità.

I positivi al Covid-19 ieri erano 613.582 (9.178 in meno rispetto alle 24 ore precedente), dei quali 585.706 in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi ieri erano 25.145 (13 in meno di domenica): 2.731 in terapia intensiva (12 in meno); 161 i nuovi ingressi in terapia intensiva, una quarantina in più di domenica. I guariti e dimessi sono stati 1.281.258, 19.632 in più rispetto alle 24 ore precedenti. In calo anche i pazienti in isolamento domiciliare: 9.178 in meno, per un totale di 613.582.

A livello regionale, il Veneto si conferma il territorio più colpita in questa fase: su un totale di 22.806 test eseguiti, i positivi ieri sono stati 2.583 pari all’11,32%. I ricoverati per Covid-19 in totale ieri erano 3.276: in area non critica 2.201 (più 21 su domenica), in terapia intensiva 375 (più 5). I morti in totale dall’inizio dell’epidemia sono 5.481, 47 ieri. Il presidente della regione, Luca Zaia, è preoccupato al punto da mettere in discussione il ritorno in aula il 7 gennaio: «L’apertura delle scuole va fatta su piani epidemiologici. I ragazzi hanno diritto di andare in presenza ma sono dei grandi vettori del virus. Ricominciamo a confrontarci con il governo sui trasporti per gli studenti».

Alle spalle del Veneto per numero di contagi ieri c’era l’Emilia Romagna: 1.594 nuovi casi su un totale di 7.938 tamponi eseguiti, con una percentuale di positivi rispetto ai test del 20%; 38 i decessi. E il Lazio: su oltre 12mila tamponi si sono registrati 1.205 casi positivi; 42 i decessi; il rapporto tra positivi e tamponi al 9%. Migliora la situazione in Lombardia, che ieri è scesa sotto quota mille: 950 casi con un rapporto positivi – tamponi dell’8,9% (leggermente più alto dell’8% di domenica), 41 i decessi (per un totale complessivo 24.420). Continuano a diminuire i ricoverati in terapia intensiva (meno 22) e nei reparti (meno 109). La provincia più colpita è ancora Milano con 426 casi, di cui 173 a Milano città.

Nonostante i segnali positivi, la regione in cui permane il maggior numero di ricoverati in ospedale rimane la Lombardia (4.232), seguita dal Piemonte (3.409) e dal Lazio (2.720). Lombardia, Veneto e Lazio sono le regioni con il maggior numero di terapie intensive occupate. Il Molise è la regione con meno ricoveri (59), la Valle d’Aosta quella con meno posti in terapia intensiva occupati (4). Entrambe, insieme alla Basilicata, nelle ultime 24 ore non hanno conosciuto nuovi ingressi in intensiva.