L’immigrazione è oramai l’argomento sul quale le democrazie occidentali, a partire dalla nostra, si giocano il proprio futuro, la propria identità. L’ideologia razzista, fondata non più e non tanto sull’idea di superiorità, quanto piuttosto sulla convinzione che sottrarre diritti agli stranieri corrisponda all’interesse nazionale, è il principale elemento intorno al quale orientare l’elettorato. Se non vogliamo arrenderci all’idea che la nostra storia e civiltà, le conquiste sociali, i principi scritti nella nostra Costituzione, siano cancellati per l’interesse di gruppi e movimenti politici che basano il proprio consenso sulla xenofobia e il razzismo, c’è bisogno di mettere in campo un soggetto sociale collettivo che possa svolgere il ruolo di promotore culturale e politico dei diritti e dell’uguaglianza.

Non sappiamo se e quando le forze politiche democratiche smetteranno di inseguire il consenso e ritroveranno la capacità di orientare la società, stando dentro le dinamiche e le contraddizioni sociali. Sappiamo però che le organizzazioni sociali possono e devono fare la loro parte oggi, subito, per contribuire a modificare l’agenda culturale e politica di questo Paese e costruire le condizioni affinché le ragioni del diritto, dei diritti, siano presenti nello spazio pubblico. Per questo un gruppo molto ampio di organizzazioni di orientamento e origine diversa si è coalizzato per promuovere la campagna Io Accolgo.

La campagna si rivolge innanzitutto alle persone, agli italiani e alle italiane. Ma si rivolge anche alla politica, alle istituzioni, al mondo della cultura, alla stampa, per richiamare l’attenzione sull’importanza di preservare gli elementi che contraddistinguono uno Stato democratico e sull’importanza della partecipazione. Riteniamo fondamentale oggi più che mai prendere la parola, schierarsi personalmente, dentro un quadro collettivo come quello di una campagna, per riaffermare i principi della nostra Costituzione e il dissenso verso un’idea di Italia e di Europa chiuse e rancorose. Con questa campagna gran parte della società civile organizzata di questo Paese, (associazionismo, volontariato, terzo settore, ong, sindacati, ossia quei corpi intermedi che sempre più danno fastidio ai governi, e non solo in Italia) intende rendere visibile la parte di Italia che accoglie, che crede nel diritto ad avere diritti di cui parlava Stefano Rodotà e al dovere della solidarietà, di cui parla la nostra Costituzione. Una parte d’Italia che noi sappiamo essere, nonostante le campagne mediatiche e i recenti esiti elettorali, ancora maggioritaria.

Come più volte ha ripetuto Papa Francesco, non è sana una democrazia basata sulla paura e sull’esclusione. E noi non vogliamo e non possiamo accettare che a prendere la parola nello spazio pubblico siano solo quelli che predicano l’esclusione sociale, la discriminazione, l’odio e la paura. L’idea che chiudere i porti, espellere centinaia di migliaia di persone, lasciar morire in mare o nei lager libici migliaia di persone, sia nell’interesse dell’Italia è inaccettabile. Così come è intollerabile pensare che rendere quotidianamente la vita difficile a rifugiati, stranieri, sottraendo loro progressivamente diritti, sia nell’interesse dell’Italia e degli italiani. Non c’è niente di più falso. Una bugia però che ottiene grande spazio nel dibattito pubblico e che da anni è l’argomento prevalente, se non l’unico, su cui insiste la destra xenofoba, e che circolarmente si autoriproduce dal discorso pubblico ai nostri concittadini, alimentando l’idea che quella razzista sia l’unica scelta possibile, certamente quella che ha più consenso.

Eppure noi siamo convinti di essere molti, la maggioranza appunto, quelli che vogliono un’Italia accogliente, libera e aperta. Un’Italia diversa da quella che ci viene offerta dal ministro Salvini, un’Italia che prima salva una vita, anche solo una, e poi, dopo, si occupa della sua condizione giuridica. Con la campagna Io Accolgo vogliamo che questa Italia alzi la voce, si faccia sentire e vedere, che agisca per sanare o ridurre i danni prodotti da politiche e leggi sbagliate e ingiuste.