Il rinvio a settembre dei test di ammissione alle facoltà a numero chiuso è un nuovo flop dell’ex ministro dell’Istruzione Profumo. La decisione è stata presa ieri dal nuovo ministro Carrozza che il 12 giugno firmerà un decreto che sostituirà un analogo provvedimento firmato da Profumo il 24 aprile scorso durante il lungo interregno che ha portato alla formazione delle larghe intese e del governo a tre punte Letta-Berlusconi-Napolitano. L’annuncio è arrivato in coincidenza con la scadenza di iscrizione ai test per le facoltà di Medicina, Architettura, Veterninaria e Professioni Sanitarie, provocando un caos tra gli studenti che tra un pomeriggio di studio e un altro per la maturità hanno trovato il tempo di versare 35 euro alla facoltà dove intendono iscriversi. Il nuovo decreto manterrà la graduatoria nazionale e prevede l’emanazione di nuovi bandi entro il 25 giugno. Lo stesso giorno saranno riaperte le iscrizioni alle prove sul portale Univeritaly. La nuova scadenza sarà fissata il 18 luglio, giusto il tempo per partire per le vacanze. Per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico per architettura i test si terranno il 3 settembre, il 4 per le professioni sanitarie, il 9 èer medicina e odontoiatria, il 10 per veterinaria. Secondo il portale Skuola.net il rinvio ha fatto esultare «due studenti su tre». In un sondaggio il 41% degli interpellati considerava il test all’università come un problema «perché la priorità nello studio va data alla maturità», mentre per il 24% si rischiava di «rovinare la maturità». Soddisfatte tutte le reti delle associazioni studentesce, dalla Rete degli studenti all’Udu, dalla Rete della Conoscvenza al coordinamento universitario Link. Ma per tutte ora è arrivato il momento di discutere con il ministro Carrozza di un altro guaio creato da Profumo: il «bonus maturità». La legge impone un bonus che vale al massimo 10 punti e che puo’ essere applicato solo a chi raggiunge una valutazione di almeno 80 punti. Il ministro Carrozza ha assicurato di lavorare in direzione di una «maggiore equità di una misura che «non può essere cambiata».