La disfatta del Pd passa innanzitutto per L’Aquila. Qui, per il partito di Renzi e primo partito di governo, sembrava cosa fatta. Sembrava, fino alla sera del 25 giugno; fino ai primi exit poll che davano al 51% l’avversario di centrodestra; fino all’inizio dello spoglio delle schede. Poi il responso delle urne si è rivelato impietoso per il Pd e i suoi alleati.

Il nuovo sindaco del capoluogo d’Abruzzo è Pierluigi Biondi, del centrodestra, con 16.410 preferenze (53,52%) e 2.268 voti personali in più del primo turno. Americo Di Benedetto, schierato dal centrosinistra, al ballottaggio ne perde poco più di 4 mila: si ferma a 14.249 e al 46,48%. Per quest’ultimo il primo turno dell’11 giugno si era chiuso con un trionfo: 16.508 voti e il 47,09% contro il 35,94% e 12.601 voti del centrodestra.

Le ragioni del tracollo? Vanno «decodificate», secondo il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, Pd, che dice: «Porrò un tema al mio partito: ritrovare una radicalità di fronte ai problemi che i cittadini chiedono di affrontare». «Dobbiamo capire come si è determinata questa caduta, quali errori sono stati commessi, quali tentennamenti hanno causato dubbi e tensioni. La nostra analisi deve essere chiara, netta e responsabile. Oggi dobbiamo ripartire da lavoro, sviluppo e sociale», fa presente Marco Rapino, segretario regionale Pd.

Così parla un Pd spesso estraneo alle esigenze dei territori. «Quello di Biondi – fa notare l’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente – è un risultato inatteso anche nelle dimensioni. Non ha precedenti. Ha rimontato 11 punti percentuali e poi ne ha conquistati altri 6 di vantaggio.

Ora si apre una fase di analisi nella coalizione di centrosinistra per capire che sia successo. È stato un ballottaggio strano – aggiunge – Biondi ha menato fendenti e Di Benedetto ha risposto con il fioretto, atteggiamento che non ha pagato. Anche la questione nazionale – evidenzia – ha pesato, il centrosinistra ha perso città importanti, nella coalizione si conta una ventina di leader e ci sono oltre sette soggetti a sinistra del Pd. C’è grande confusione e spappolamento dei partiti e ciò è destinato ad avere ripercussioni. Si pagano le conseguenze del caos – conclude Cialente – con il risultato che la gente non va a votare».

Lui, Pierluigi Biondi, 42 anni, dipendente del Comune di Ocre (Aq), giornalista, questa vittoria l’ha pensata, ragionata e costruita a piccoli passi. Ci ha creduto, quando tutti lo davano per spacciato. È riuscito a mettere insieme le disparate anime del centrodestra, a saldarle per l’occasione, partendo dalla sua, Fratelli d’Italia. Biondi ha alle spalle 11 anni da sindaco – dal 2004 al 2015 – a Villa Sant’Angelo (Aq) che, all’ufficializzazione del risultato aquilano, ha festeggiato con l’esplosione di fuochi d’artificio.

«È il paese di mia madre – dice – mentre mio padre è dell’Aquila. Io sono cresciuto tra queste realtà». Il terremoto del 6 aprile 2009 l’ha vissuto scavando tra le macerie, a Villa, il borgo disfatto, la mega tendopoli, lo sciopero della fame nel 2014 per quella «ricostruzione ancora impossibile». La vittoria l’ha dedicata «a quelli che hanno sofferto a causa del sisma».

Quasi tutti, dopo il primo turno parevano aver archiviato Pierluigi Biondi… Ma lui spiega: «Ho percepito che c’era voglia di cambiamento. L’ho capito, l’ho sentito, ed ho insistito. Sono andato in tutte le case, nelle frazioni, ovunque… Tirava l’aria giusta per me, il centrosinistra è stato trainato dalle liste, ma anche dal fatto di aver amministrato questa città con grandi risorse pubbliche che hanno creato consenso clientelare».

Il tema dominante resta la ricostruzione. Che è davvero partita? «Nel centro storico è a macchia di leopardo, in periferia e nelle frazioni – dice – non è ancora stato fatto alcunché. Stessa situazione per la ricostruzione pubblica. Poi ci sono quella economica, sociale… Non esistono solo case e palazzi da ritirare su». Questa mattina dirigenti comunali convocati alle 7.45. «Voglio capire che situazione c’è. I primi provvedimenti? Sostituzione della seggiovia Fontari a Campo Imperatore e reperimento di edifici sicuri per gli studenti di scuole a rischio».