Classe 1989, Tarek Lurcich alias Rancore è un 29enne romano, figlio di un croato e una egiziana, diventato grande al Tufello tra una battle di freestyle e storie di quartiere. Batte il suo ritorno in rima con dieci tracce graffianti, con testi tutti firmati da lui mentre la musica è figlia delle collaborazioni con Dj Aladyn, Meide, Jano, e 3D. Un disco non semplice, a tratti è irriverente, a volte rabbia e cattiveria emergono prepotentemente. Più raramente la dolcezza diventa dominante. Solo in Centro aSociale, cade, come spesso capita nel rap nostrano, in un passaggio che mischia machismo e sessismo. Rancore canta la vita di quartiere in tutte le sue complessità e contraddizioni sullo scomodo confine tra legale e illegale, e quindi raccontando l’uso di droghe, la necessità di emergere e di comunicare. Musica per Bambini è un grido riassumibile con l’ultima strofa del primo singolo del disco Underman «ma questo non è un normale cambio generazionale/detesto l’atteggiamento stupido elementare/che a volte assumo quando penso subito che va male/nessuno ha preso la regia/ sono io che ho messo dentro al ticchettio della mia sveglia una bomba a orologeria».