C’è stato un rimbalzo dell’occupazione a marzo, novità che ieri è stata festeggiata come la prima pioggia dopo un anno di siccità. Ma il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan e la titolare dello Sviluppo Federica Guidi invitano a non sopravvalutare quello che la ministra definisce «un modesto spiraglio positivo, ma ancora assolutamente insufficiente». «Sappiamo che la disoccupazione è elevata ma bisogna attendere per giudicare» ha poi alzato le mani il responsabile di via XX settembre.

L’Istat ha comunicato che il tasso di disoccupazione era al 12,7% in calo di 0,1 punti in termini congiunturali ma in aumento di 0,7 punti nei dodici mesi. A marzo gli occupati erano 22 milioni 356 mila, in aumento dello 0,3% rispetto a febbraio (+73 mila) ma in diminuzione dello 0,6% su base annua (-124 mila). Il numero dei disoccupati è invece di 3 milioni 248 mila, in calo dello 0,2% rispetto a febbraio (-5 mila) ma in aumento del 6,4% su base annua (+194 mila). Questo significa che la disoccupazione rimane al record “storico” dal 1977 e che le variazioni al rialzo non incidono e dunque non abbassano la vetta da scalare.

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a marzo è al 42,7%, sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente ma in aumento di 3,1 punti nel confronto annuo. L’Istat ha rivisto i dati destagionalizzati di gennaio e febbraio, indicando rispettivamente il 42,9% e il 42,8%. Alla ricerca di un lavoro ci sono 683mila giovani. Il tasso di occupazione a marzo è pari al 55,6% ed è aumentato di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali ma è diminuito di 0,2 punti rispetto all’anno scorso. Per l’Istat è il primo rialzo dal giugno 2013, quando il tasso è salito di 0,1 punti, ed è tornato ai livelli di luglio 2013.

Ieri l’istituto nazionale di statistica ha registrato anche qualche segno di vita da parte dell’inflazione. L’indice nazionale dei prezzi al consumo ad aprile è aumentato dello 0,2% rispetto a marzo e dello 0,6% nei confronti dello stesso mese del 2013. A marzo l’andamento annuo era stato +0,4%. L’inflazione acquisita per il 2014 sale allo 0,3%, dallo 0,2% dello scorso marzo. La ripresa dell’inflazione è dovuta all’accelerazione della crescita su base annua dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e alla riduzione dell’ampiezza della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati.
Per l’Osservatorio nazionale Federconsumatori il balzo dell’inflazione è in contraddizione con il calo dei consumi che nel biennio 2012-2013 ha segnato quota -8,1%, mentre nel 2014 si prospetta un’ulteriore contrazione tra il -1,3 ed il -1,4%. L’andamento dei prezzi rischia dunque di produrre effetti ancora peggiori rispetto all’ultimo triennio in cui le famiglie hanno ridotto la spesa per un totale di circa 67,8 miliardi di euro.