Il rilascio dell’oppositore prigioniero Roman Protassevich e della sua compagna Sofia Sapega è la prima richiesta della Ue al presidente Lukashenko, dopo «l’atto di pirateria» del Mig-29 bielorusso che domenica ha costretto un aereo della compagnia irlandese Ryanair, sulla linea Atene-Vilnius (cioè un volo interno della Ue) ad atterrare a Minsk, con la scusa di un sospetto di bomba a bordo.

AL CONSIGLIO EUROPEO informale con i leader dei 27 presenti a Bruxelles, che si è concluso ieri, sono state prese alcune decisioni per far fronte alla grave crisi aperta dalla Bielorussia con l’attacco all’aereo Ryanair: è stato congelato il programma di investimenti di 3 miliardi di euro (promessi nel 2010, in cambio dell’avvio di un processo democratico); è stato richiesto alle compagnie aeree europee di bloccare i voli verso la Bielorussia e anche il sorvolo del paese (Klm, Air France, Lufthansa, Air Baltic sono state le prime ad accettare, giovedì si riunisce l’Icao, l’International Civil Aviation Organization, che però non ha poteri coercitivi); la compagnia bielorussa Belavia è bandita dai cieli Ue; i 27 leader hanno dato mandato all’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, di «fare proposte» per nuove sanzioni, oltre quelle rimesse in vigore nel novembre scorso, che colpiscono 88 personalità e entità del paese, tra cui lo stesso Lukashenko e i suoi famigliari e collaboratori, una lista che è già previsto di allargare.

Esiste anche una proibizione all’export in Bielorussia di armi e mezzi per la repressione delle manifestazioni. Ma il blocco delle esportazioni potrebbe adesso estendersi alla chimica, ai macchinari, per colpire l’economia (la Ue è il secondo partner commerciale della Bielorussia).

LA NATO È COINVOLTA. Il presidente francese, Emmanuel Macron, propone che l’opposizione bielorussa sia invitata al prossimo G7 in Cornovaglia, mentre dagli Usa Joe Biden giudica «benvenuta la notizia che la Ue ha individuato sanzioni economiche e altre misure», parla di «affronto diretto a norme internazionali» e afferma di «aver chiesto» alla sua amministrazione «di sviluppare opzioni appropriate».

LA GRAN BRETAGNA si è allineata sullo stop ai voli. Mark Rutte, primo ministro olandese, venerdi’ incontra all’Aja Svetlana Tikhanovskaya, una dei leader dell’opposizione. Per Angela Merkel, le sanzioni economiche contro la Bielorussia sono «un segnale politico», che non si limita a una lista di persone proscritte ma va al di là.

Il ministro degli Esteri tedesco, Haiko Maas, ieri ha definito l’abbordaggio dell’aereo Ryanair e l’arresto dell’oppositore e della sua compagna «un atto infame» di cui Lukashenko «deve pagare il prezzo». Per il primo ministro belga, Alexandre de Croo, la reazione Ue «deve essere dura e severa» contro un atto di «pirateria aerea», secondo il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney.
Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha affermato che «non tollereremo nessun tentativo di giocare alla roulette russa con le vite di cittadini innocenti». Difatti, dietro la Bielorussia, la Ue individua una manovra della Russia.

TRA LE PERSONE che sono scese a Minsk dalI’aereo Ryanair si sospetta che ci fossero degli agenti segreti russi e non solo bielorussi. Ieri, Macron ha affermato che è arrivato il momento di «rinquadrare» le relazioni con Mosca e che «la politica delle sanzioni» imposta finora – boicottaggio di alcune personalità – «non è abbastanza». Persino il premier ungherese Victor Orbán, che di solito frena quando si tratta di tensioni con la Russia, alla conclusione della cena di lunedì mentre veniva servito il dessert Pavlova (dal nome di una ballerina russa, una crema gelata con piccoli frutti rossi) è rimasto silenzioso. Ieri, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha definito «inaccettabile» l’assalto al Boeing 737 in volo da Atene a Vilnius. Borrell deve presentare per il Consiglio europeo di giugno un rapporto per ridefinire le relazioni con la Russia.

Le sanzioni sono un’arma delicata, come illustrano le esitazioni Ue: nel 2006, erano stati negati i visti a Lukashenko e al suo entourage, ma nel 2016 la Ue aveva deciso di levare le sanzioni, sperando di favorire una svolta democratica. Poi nel novembre scorso sono state rimesse.