Il «Right Livelihood» (esistenza giusta), premio istituito nel 1980 per sostenere le persone impegnate a risolvere i problemi globali, noto come «Premio Nobel alternativo», quest’anno è andato a Greta Thunberg. Insieme all’attivista svedese sono stati premiati anche il difensore per i diritti umani del Sahara Occidentale, Aminatou Haidar, l’avvocata cinese che difende i diritti delle donne, Guo Jianmei, e il leader dell’associazione Hutukara per i diritti degli indigeni della regione brasiliana di Yanomani, Davi Kopenawa (vedi in ultima pagina).

«Con il Right Livelihood Award 2019 onoriamo quattro persone “visionarie” il cui ruolo carismatico ha spinto milioni di persone a difendere i loro diritti inalienabili e a lottare per un futuro sostenibile per tutti sul pianeta Terra», ha dichiarato da Stoccolma Ole von Uexkull, direttore esecutivo della Right Livelihood Foundation. Thunberg è stata premiata «per aver ispirato e amplificato richieste politiche per azioni urgenti sul clima basate sulla scienza». Oltre al premio in denaro (1 milione di corone svedesi, circa 94mila euro) destinato a sostenere la continuità del loro lavoro, la Fondazione offre supporto e protezione a lungo termine per quei vincitori le cui vite e libertà sono in pericolo.