In occasione della Giornata mondiale delle Città, proclamata dalle Nazioni Unite per il 31 ottobre, Greenpeace insieme a movimenti urbani e comunità cittadine ha lanciato un appello per riflettere sul ruolo delle grandi città nella crisi globale che stiamo vivendo e per chiedere una visione comune di rigenerazione urbana che metta al centro le persone e l’ambiente.

A Roma, insieme a Scomodo, Spin Time Labs e altre realtà del quartiere Esquilino come l’Associazione Genitori Di Donato e MaTeMù/Cies, ha presentato con gli architetti Tommaso Marenaci e Roberto Fioretti – legati al gruppo G124 di Renzo Piano – un progetto per la realizzazione di una struttura in legno che permetterà di svolgere attività didattica all’aperto e in sicurezza in un’area verde. Contemporaneamente, Greenpeace e Scomodo hanno avviato un progetto di ascolto degli abitanti del quartiere attraverso l’installazione di due “box per i desideri di cittadinanza” in due diversi parchi della città. Chi vuole, attraverso la lettura di un QR code, potrà raccontare la propria visione di città sostenibile e a misura di persone, rispondendo a un questionario realizzato con il ricercatore territorialista Filippo Tantillo. I risultati verranno messi a disposizione degli amministratori della municipalità e delle associazioni di quartiere. I box, dopo un mese di permanenza nei parchi, verranno rimossi e completamente riutilizzati per la realizzazione della struttura definitiva. L’iniziativa fa parte del progetto internazionale #Restart_ di Greenpeace, che attualmente coinvolge diverse città nel mondo tra le quali, per l’appunto, Roma. Ma non solo, anche Bogotà, Madrid, Città del Messico, Mumbai, Valencia, realtà in cui si punta a promuovere iniziative di rigenerazione urbana con movimenti e comunità locali per trasformare le città in luoghi migliori e più sani per persone e ambiente.

Oggi le città sono responsabili di oltre i due terzi delle emissioni globali e ospitano il 55 per cento della popolazione mondiale: un numero che potrebbe aumentare fino a quasi il 70 per cento entro il 2050. Questo significa che le città e i loro cittadini devono essere in prima linea negli sforzi per prevenire l’emergenza climatica e la crisi economica che il mondo sta vivendo.Negli ultimi mesi, la vita nelle nostre città è cambiata radicalmente a causa dell’impatto del Covid-19. E le fasi di lockdown e le restrizioni a cui abbiamo dovuto adattare la nostra vita ci hanno dato l’opportunità di riflettere sulle nostre città e sul loro futuro. Ma nella routine quotidiana è facile dimenticare ciò che abbiamo imparato. Le amministrazioni locali dovrebbero ascoltare i cittadini e concentrarsi su politiche ambiziose per trasformare le città in luoghi migliori e sostenibili. Il futuro del nostro Pianeta e della nostra economia dipendono da come gestiamo lo sviluppo urbano e gli investimenti: servono trasporti pubblici migliori, più piste ciclabili, accesso al cibo prodotto localmente, più spazi verdi.

*Coordinatrice Internazionale progetto #Restart di Greenpeace