marteacqua

Brevi – una decina di centimentri – sono i rigagnoli di acqua salata che sono stati riscontrati dal satellite Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa. A darne notizia, una conferenza stampa dell’ente spaziale americano trasmessa in streaming sulla Rete (si sono collegati 46 milioni di utenti). I risultati completi della ricerca saranno pubblicati sulla «Nature Geoscience».

Non si tratta di mari o fiumi, né tantomeno dei canali ipotizzati alla fine dell’800 dall’astronomo Giovanni Schiaparelli. L’ipotesi è che tali rigagnoli possano scorrere solo in determinati periodi dell’anno che lasciano, o hanno lasciato come unica traccia delle striature scure la cui origine era da tempo un mistero. Lo dimostrano le analisi condotte nell’Istituto di Tecnologia delle Georgia, dal gruppo di Lujendra Ojha. L’acqua compare, questa l’ipotesi, solo in alcune stagioni, sotto forma di gocce che si condensano all’interno di stretti canali larghi poche decine di centimetri e considerati a lungo un mistero sin dalla prima scoperta, avvenuta negli anni ’70.

marte1

Da allora vengono indicati con la sigla Rsl (dall’inglese ‘Recurring slope lineae) e da subito è nato il sospetto che i minuscoli canali fossero disegnati dallo scorrimento di piccole quantità di acqua salata, che si condensa durante i mesi più caldi. Dopo 40 anni di ricerche, la conferma è arrivata soltanto adesso, grazie ai dati dello strumento Crism (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars). In ogni caso, questo non certifica né l’esistenza di forme di vita nel presente, né in passato.