La Germania, il paese che oggettivamente ha maggiore bisogno di immigrazione – per la combinazione tra potenza economica e invecchiamento drammatico della popolazione – comincia a muoversi. Il Bamf (Ufficio federale dell’immigrazione e dei rifugiati) ha confermato ieri l’informazione diffusa dall’ong Asylum Information Database: Berlino ha sospeso per i cittadini siriani in cerca di rifugio l’applicazione delle regole di Dublino II, accordo del 2003 che prevede la possibilità di rinvio dei richiedenti asilo nel paese di prima accoglienza. Di fronte alle mancanze di applicazione delle decisioni prese a giugno da parte di Italia e Grecia, paesi-frontiera, come hanno sottolineato lunedi’ a Berlino Angela Merkel e François Hollande, la Germania applica la “clausola di sovranità” di Dublino II. Il portavoce del Bamf, Mehmet Ata, ha precisato che le procedure di espulsione per i siriani “attualmente non sono più applicate in pratica” e che fino a fine luglio solo 131 siriani erano stati respinti nel quadro di Dublino II. A Bruxelles, la Commissione ha accolto la decisione tedesca con sollievo, “un atto di solidarietà europea”. Per la portavoce Natasha Bertaud, per la Commissione “questo significa riconoscere il fatto che non si possono lasciare gli stati membri situati alle frontiere esterne gestire da soli il gran numero di richiedenti asilo che cercano rifugio in Europa”. La Commissione, che entro fine anno deve presentare un piano di redistribuzione tra i 28, di fronte alle forti reticenze di un gran numero di paesi (soprattutto all’est), sottolinea che la decisione presa a giugno su 40mila profughi da accogliere in modo equo è ormai “una cifra proporzionalmente molto piccola rispetto al numero di persone che arrivano”. La Commissione “spera di avere il sostegno delle capitali quando entro fine anno” presenterà “un meccanismo permanente di redistribuzione”. Per Bruxelles, la domanda di Merkel e Hollande per una politica di asilo comune nella Ue è “incoraggiante”.

La strada è lunga e in salita. Solo nella giornata di ieri, la Bulgaria (che non è nello spazio Schengen) ha inviato dei blindati al confine con la Macedonia, un “rinforzo preventivo” che potrà venire aumentato ai 4 posti di frontiera se aumenterà il flusso. Nelle ultime 24 ore, più di 2mila persone hanno attraversato il confine tra Serbia e Ungheria. Ma il governo di Victor Orban promette che lunedi’ il problema non ci sarà più poiché la barriera di 175 km sarà terminata entro il 31 agosto. L’Ungheria ha già l’estrema destra al potere, che malgrado il muro non ha potuto bloccare gli arrivi (100mila richieste di asilo quest’anno, già il doppio del 2014, 1500 persone al giorno entrate nel paese). In Germania, dopo le violenze neo-nazi a Heidenau in Sassonia di venerdi’ scorso (appoggiate anche da “brava gente” secondo il sindaco della Cdu), nella notte tra lunedi’ a martedi’ è stato dato alle fiamme e distrutto un centro sportivo a Nauen, a una ventina di km da Berlino, che era destinato ad accogliere dei rifugiati. Merkel sta definendo una linea in bilico tra l’accoglienza dovuta per i rifugiati dalle guerre e il rifiuto dei migranti economici. “In Europa c’è una situazione non degna dell’Europa”, ha affermato nel corso di una visita a Duisbourg nella Ruhr, “uomini e donne che hanno diritto all’asilo, per esempio i siriani, devono essere redistribuiti in modo equo in Europa”. Merkel ha ammesso che “un paese come la Germania, più forte economicamente di altri, deve assumere una parte maggiore”, ma ha sottolineato che “3-4 paesi su 28 non possono da soli assumersi questo carico, questa non è l’Ue che desideriamo”. Il ministro degli Interni, Thomas de Maizière, ha affermato che l’Europa “ha bisogno di un altro sistema” per far fronte alla crisi attuale. La Cancelliera, pero’, ha insistito sul fatto che bisogna “rinviare chi non ha diritto all’asilo, è difficile, ma Serbia, Albania, Kosovo non sono paesi dove per il momento c’è una guerra civile”. Di fronte alla previsione di arrivi-record quest’anno in Germania di 800mila rifugiati e per contrastare le reazioni ostili, l’ex ministro Joschka Fischer, sulla Süddeutsche Zeitung ha ricordato che “gli europei invecchiano, sono sempre meno numerosi, per questo hanno bisogno di immigrazione”. Ma se non verrà trovata una soluzione, “la Ue sarà totalmente travolta dalla crisi dei rifugiati e si mette in pericolo a causa della propria incompetenza”. I dati di Frontex parlano di un po’ più di 100mila arrivi irregolari nella Ue a luglio, un fenomeno destinato a durare. Amnesty International ricorda che attualmente, nella più grave crisi dopo la seconda guerra mondiale, ci sono 19 milioni di rifugiati nel mondo, l’86% accolto in paesi in via di sviluppo (il 25% nei paesi più poveri).