Legge elettorale, chi l’ha vista? Uno degli effetti della crisi interna al Partito Democratico è la scomparsa, dall’orizzonte politico, della legge elettorale e della sua riforma. Un effetto paradossale, se si pensa che una delle principali cause dell’implosione del Pd è la straordinaria vittoria del no nel referendum del 4 dicembre, che, bocciando la riforma Renzi-Boschi, ha anche messo una pietra tombale sull’Italicum, che ne era uno dei pilastri.

Uno si aspetterebbe che il partito che esprime la maggioranza di governo fosse il primo a proporre una riforma elettorale in linea con il risultato del 4 dicembre; invece no. Prima bisognava aspettare la sentenza della Consulta; poi bisognava aspettare le motivazioni della sentenza della Consulta; adesso bisogna aspettare il congresso; poi bisognerà aspettare le primarie. Tutto perché Renzi vuole votare presto con la legge elettorale che c’è per tornare a palazzo Chigi.

Risultato: la discussione sulla riforma elettorale è sparita dai radar del parlamento. Era stata fissata per l’Aula il 27 febbraio, ma la commissione è in ritardo e il suo presidente ha chiesto un rinvio. Quanto ai contenuti e facendosi scudo della sentenza della Consulta, c’è il rischio che il tutto si riduca all’abolizione del divieto di coalizioni per raggiungere la fatidica soglia del 40%, che nessun partito è in grado di raggiungere da solo. Non li sfiora l’idea che anche il premio di maggioranza sia stato rottamato il 4 dicembre. Per non dire dei capilista bloccati.

Con il che il Palazzo non fa che allargare il già ampio fossato che lo divide dai cittadini, dimostrandosi sordo alle istanze di democrazia e partecipazione.

È proprio per tentare di colmare questo fossato, di tenere aperto (o riaprire) un dialogo tra cittadini e politica, che il Comitato per il No e il Comitato contro l’Italicum hanno lanciato la petizione sulla legge elettorale per «Restituire la sovranità agli elettori».

La petizione al parlamento, nella sostanza, non chiede altro che di approvare una nuova legge che recepisca e tenga conto del risultato del 4 dicembre e restituisca ai cittadini il potere di eleggere i propri rappresentanti, garantendo un voto davvero libero e uguale: quindi, niente capilista bloccati, nessun premio di maggioranza, via le candidature multiple.

La petizione è stata presentata due settimane fa e la raccolta delle firme gira a pieno regime. È possibile firmare anche online sulla piattaforma change.org, dove le firme sono già quasi 13mila, oltre che sui moduli cartacei nel corso delle iniziative che i comitati locali stanno organizzando sui territori. Sul sito del Comitato si trovano tutte le info e sono disponibili i moduli da scaricare e stampare, mentre sulla pagina facebook referendumiovotono si può seguire l’attività dei comitati territoriali per sapere dove e quando andare a firmare.

Ieri, in una conferenza stampa con la presenza di Massimo Villone, presidente del Comitato contro l’Italicum, la petizione è stata presentata a Napoli, dove da domenica 26 inizierà la raccolta firme (piazza Carità).

Anche i comitati toscani hanno annunciato di voler proseguire nella loro «attività di diffusione, anche nelle scuole, della “cultura costituzionale”, e lanciano pertanto un programma di iniziative pubbliche proprio sui sistemi elettorali, sulle loro caratteristiche e sulla loro efficacia per garantire la rappresentatività degli organismi elettivi ai vari livelli, compresi quindi enti locali e regioni».

Il 3 marzo a Vicenza si terrà l’incontro pubblico “La riforma della legge elettorale tra rappresentanza e governabilità” (ore 20,30, Villa Lattes, via Thaon di Revel 44).

Infine, il 4 a Sanremo incontro «Chi vota chi? Legge elettorale e sistemi di voto» (ore 17,30, sala Il Melograno, v. G. Marsaglia 70).