Oggi il governo sgancia la «bomba atomica» per far passare la riforma delle pensioni in prima lettura all’Assemblea nazionale prima delle elezioni municipali del 15 e 22 marzo: facendo ricorso all’articolo 49.3, farà approvare il testo di legge, ritoccato rispetto alla stesura iniziale grazie ad alcuni emendamenti accolti, senza dibattito parlamentare con un voto bloccato, per aggirare i 41mila emendamenti presentati dall’opposizione (soprattutto da France Insoumise, che punta sempre al ritiro della riforma), che hanno insabbiato l’iter legislativo. L’opposizione controbatte con due «mozioni di censura», una della sinistra (France Insoumise, Pcf e Ps), l’altra della destra dei Républicains. Il Rassemblement national di Marine Le Pen le voterà entrambe, anche se non hanno nessuna possibilità perché la La République en Marche ha la maggioranza. Il 49.3 sarà accolto con nuove proteste dei sindacati oggi in tutta la Francia. Nella France Insoumise, il deputato François Ruffin rifiuta la mozione di censura («è un bidone») e chiede elezioni anticipate.

L’annuncio del ricorso al 49.3 è stato fatto, a sorpresa, dal primo ministro Edouard Philippe sabato pomeriggio, in piena crisi per il Coronavirus. L’iter legislativo della riforma non è però finito: passerà al Senato, dove i Républicains hanno la maggioranza, sarà emendato ancora e poi tornerà all’Assemblea, dove ci sarà un dibattito (e il governo non potrà più far ricorso al 49.3). Edouard Philippe sottolinea quindi che «non è la fine della discussione, non è la chiusura finale, dobbiamo ancora far evolvere il testo». In un comunicato, i sindacati Cgt, Fo, Fsu, Solidaires e le organizzazioni degli studenti denunciano una dimostrazione di «impotenza del governo», che non sa “rispondere agli interrogativi seri e legittimi su un progetto incompleto, molto approssimativo, con molteplici incognite». Difatti, il testo di legge è pieno di “buchi”, è in corso una conferenza sul finanziamento delle pensioni con i sindacati e il padronato, molti punti restano poco chiari e l’incertezza cresce. La Cfdt, che difende l’idea di una pensione a punti ma critica la versione attuale, chiede precisazioni e passi avanti, soprattutto sulle garanzie per i lavori usuranti. Per il segretario Cfdt, Laurent Berger, «il governo ha scelto il 49.3 ma non ha ancora scelto la giustizia sociale».

L’opposizione è decisa ad andare fino in fondo nella prova di forza. Per il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, il primo ministro Ediuard Philippe, «dietro un’aria da dandy elegante e disinvolto usa metodi straordinariamente violenti». Marine Le Pen accusa: «Il governo si serve dell’angoscia del Coronavirus per la far passare la legge».

Il malessere dilaga anche dentro En Marche, sabato un senatore è uscito dal partito. Per il deputato Matthieu Orphelin, il 49.3 «è un grave errore politico e democratico». Nel week end le sedi di campagna per le municipali del primo ministro Philippe a Le Havre e del ministro dei Conti pubblici Gérald Darmanin a Tourcoing, entrambi candidati, sono state oggetto di violenze.