I colloqui per la revisione delle leggi che riguardano la polizia sono in uno stato precario, con gruppi e sindacati delle forze dell’ordine divisi, legislatori che lottano per colmare i divari su punti critici e nodi di vecchia data e lo scetticismo sull’effettiva necessità di questa legge che serpeggia tra molti repubblicani del Congresso visto l’aumento della criminalità negli Stati Uniti.

La scorsa settimana i negoziatori bipartisan del disegno di legge avevano affermato di aver raggiunto un accordo sul quadro generale. Ma la questione scottante – insieme all’individuazione di regole di ingaggio nazionali per l’uso della forza ovvero l’immunità qualificata (le protezioni fornite agli agenti nei tribunali civili) resta irrisolta.

Oltre a ciò, alcuni organizzazioni di poliziotti hanno apertamente dichiarato di essere contrarie a qualsiasi cambiamento importante che li coinvolga. Superate le due scadenze che si erano autoimposti, i legislatori del Congresso hanno detto di dover prendere una decisione entro agosto: o concorderanno un disegno di legge o dovranno abbandonare la prospettiva bipartisan.

Secondo la deputata della California Karen Bass, principale negoziatrice democratica della Camera, il problema maggiore è «il modo in cui alcuni gruppi di forze dell’ordine si stanno avvicinando alla prospettiva di una nuova legislazione come a un attacco ai loro diritti». Bass ha aggiunto che le organizzazioni di polizia sono «tutte in conflitto tra loro per via di conflitti di vecchia data e queste lotte intestine nelle forze dell’ordine influenzano ciò che stiamo facendo».

La deputata ha concluso dicendo che alcuni gruppi di supporto della polizia starebbero anche cercando di «intimidire» i repubblicani. «Penso che sia un peccato intimidire i repubblicani, serve solo a resistere alle riforme per modernizzare la loro professione».