Tra i provvedimenti approvati ieri dal Consiglio dei ministri c’è anche un Disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione denominato «Repubblica semplice» composto da 44 punti che dovrà essere approvato definitivamente entro sei mesi. Si annunciano una serie di decreti per il riordino degli uffici ministeriali, sia quelli centrali che quelli periferici.

Contrariamente a quanto trapelato nelle bozze di questi giorni non è previsto il riordino del corpo forestale e quello della polizia penitenziaria che non verranno assorbiti in altri corpi, mentre per i dirigenti verrà istituito un «ruolo unico interministeriale» presso la Presidenza del Consiglio. Renzi ha annunciato di avere tagliato i diritti annuali versati dalle imprese alle Camere di commercio del 50%. La definizione del nuovo ruolo delle Camere di Commercio è stata rimandata al disegno di legge.

Renzi ha anche annunciato che entro fine mese ci sarà un consiglio dei ministri su welfare e giustizia.
Il Cdm ieri ha dato il via libera a un decreto sugli interventi per l’edilizia scolastica e ha annunciato un provvedimento ad hoc su scuola che dovrebbe riguardare i concorsi per gli insegnanti. La riforma la pubblica amministrazione ci sono norme sul ricambio generazionale che creeranno 15 mila posti con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio. Si tratta di una staffetta generazionale ottenuta attraverso un incentivo al part-time al 50% per i dipendenti ai quali mancano 5 anni per andare in pensione. Per loro si prevede comunque una contribuzione piena. Secondo i sindacati che giovedì hanno incontrato il ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia (oggi dovrebbe esporre nel dettaglio i contenuti della riforma della P.A.) il rinnovo del contratto per il pubblico impiego sarebbe stato rinviato alla prossima legge di Stabilità.

Si parla anche di una riduzione delle spese per tutte le amministrazioni. Per i primi cinque anni sarebbe previsto un taglio non inferiore all’1% della spesa rispetto alla spesa del 2013. Altre linee guida riguardano il telelavoro e sperimentazione di forme di co-working nellapubblica amministrazione e di «smart-working» con l’adozione di orari elastici e il ricorso a tecnologie digitali. Previsti anche voucher per baby-sitter, puericultrici, badanti specializzate e convenzioni con asili nido.

Confermato per i dirigenti la riforma del ruolo unico che prevede il tetto massimo per il salario accessorio pari al 15% dello stipendio. Secondo la riforma la loro retribuzione di risultato sarà in parte collegata all’andamento del Pil. Gli incarichi dureranno 3 anni.

Quanto alla mobilità, la riforma prevede la possibilità di spostare i dipendenti, senza il loro assenso, sempre nello stesso Comune e in un qualsiasi ufficio pubblico nel raggio di 50 chilometri. SuI trattenimento in servizio dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili over 70, si prevede un regime transitorio onde evitare che gli uffici direttivi degli organi della magistratura o dei tribunali fossero decapitati o azzerati . La riforma prevede inoltre la possibilità di mandare in pensione tutti i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti: nel 2014 servono 42 anni e 6 mesi di servizi per gli uomini, mentre per le donne servono 41 anni e 6 mesi. Questa norma riguarda i professori universitari, i dirigenti medici e il personale delle autorità indipendenti.Aumentano infine da 3300 a 5 mila gli specializzandi di medicina, anche per effetto delle proteste degli ultimi mesi.

Previste anche le norme sull’incandidabilità dei membri di tutte le Authority ad altro incarico in un ente che svolge la stessa funzione. Si stabilisce la gestione unitaria dei servizi comuni alle Authority. Il governo attende nel 2015 risparmi del 10% sulla spesa 2013. Alla Consob andrà Anna Genovese, All’Istat Giorgio Alleva, all’Enit Cristiano Radaelli, all’ Agenzia delle Entrate: Rossella Orlandi; Agenzia del demanio: Stefano Scalera. Raffaele Cantone sarà affiancato all’authority anti-corruzione da Michele Corradino, Francesco Merloni, Ida Angela Nicotra, Nicoletta Parisi, previo parere del parlamento.