Si riaccende la querelle diplomatica tra Bruxelles e Varsavia su stato di diritto e riforma della giustizia. Ieri è cominciata la procedura di rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue), avvenuta su richiesta della Corte suprema polacca.

Tale meccanismo permette a un giudice nazionale di rivolgersi alla Cgue per ottenere un parere sull’applicabilità di una norma comunitaria in uno Stato membro. Il massimo organo di giustizia in Polonia ha messo in dubbio l’imparzialità di un consiglio disciplinare sull’attività dei giudici, istituito di recente dal governo polacco della destra populista di Diritto e giustizia (PiS).

Tomasz Szafranski, che ha rappresentato la procura nazionale polacca nell’udienza di ieri, ha accusato di faziosità Koen Lenaerts, presidente del tribunale europeo con sede in Lussemburgo.

Secondo il giornale conservatore polacco Rzeczpospolita, Szafranski avrebbe provato a rinviare la seduta di ieri invocando un presunto ritardo nella notifica dell’udienza da parte del tribunale Ue. Una possibile spiegazione della strategia del rinvio adottata in questi giorni dal PiS arriva invece dall’altro grande quotidiano polacco Gazeta Wyborcza: la maggioranza puntava a ottenere in anticipo una sentenza favorevole da parte del Tribunale costituzionale, controllato dal PiS, sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura (Krs).

Ed è proprio il Krs a essere responsabile delle nomine all’interno di quel consiglio disciplinare, ora oggetto di contesa tra Varsavia e la Cgue. A dicembre scorso il partito fondato dai fratelli Kaczynski sperava di aver chiuso i giochi con Bruxelles dopo aver accontentato la Ue proprio sulla riforma della Corte suprema.

Il presidente polacco Andrzej Duda, espressione del PiS, aveva deciso di fare marcia indietro sul pensionamento anticipato dei giudici della corte. Una misura che era stata prevista per tutti i membri che avessero compiuto 65 anni. Evidentemente, tutto questo non è bastato, ma il PiS era già stato avvisato dall’Unione europea. Il dialogo con Bruxelles sarebbe dovuto continuare su tutti i fronti: oltre ai già citati consiglio disciplinare e Krs, i burocrati europei non hanno apprezzato la riforma dei tribunali ordinari, voluta dal «superministro» della giustizia e procuratore generale Zbigniew Ziobro.

«La situazione legata alla repressione dei magistrati che non sostengono il potere è molto grave», ha dichiarato il rappresentate legale della Corte suprema Michal Wawrykiewicz alla Pap, la principale agenzia di stampa polacca. Wawrykiewicz ha poi citato il romanzo Il processo di Franz Kafka per evocare gli episodi di intimidazione da parte del potere politico di cui sono stati vittime negli ultimi mesi i magistrati Igor Tuleya e Waldemar Zurek. L’udienza di ieri, che ha permesso di ascoltare tutte le parti, è durata diverse ore.

Il portavoce del tribunale con sede in Lussemburgo farà conoscere la sua opinione il prossimo 23 maggio a ridosso delle elezioni parlamentari europee, mentre per una sentenza definitiva da parte della Cgue bisognerà aspettare l’inizio dell’estate.