Il Partito della Rifondazione Comunista condanna l’azione repressiva messa in atto contro 5 lavoratori portuali dei Calp ( Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) di Genova. A chi, alla luce del sole, ha manifestato il proprio contrasto al traffico d’armi che avviene nel porto, il 24 febbraio scorso si rispondeva con perquisizioni, sequestro di tablet e cellulari, intimidazioni. Vengono contestate ai lavoratori oltre che l’impegno in “Genova Antifascista”, le mobilitazioni, i presidi e gli scioperi indette contro le navi della flotta Bahri, con cui si trasportano armi per rifornire il regime Saudita nella guerra in Yemen. Questo nonostante tale traffico sia ufficialmente bandito anche dal governo italiano. Grottesco che i lavoratori siano accusati di aver reso pericolosi dei fumogeni mentre denunciavano la vendita di armi quelle si micidiali. Ci uniamo alla richiesta dei lavoratori affinché si possano acquisire dall’Agenzia Delta e dal Terminal GMT i documenti di scarico e destinazione delle merci. “Potrebbe emergere – a detta dei portuali – anche il traffico di ordigni verso la Turchia, che, denunciata dalla stessa procura per la nave Bana in relazione all’embargo libico, impiega in Siria contro i civili, le armi sbarcati dalla flotta a Iskenderun. Le bombe RWM allo stesso modo sarebbero state poi state utilizzate dai sauditi contro i civili in Yemen.

Ma gli affari sono affari nei paesi del “Rinascimento” per cui meglio mettere a tacere i lavoratori e garantire le esportazioni di “democrazia”.

Le intimidazioni non fermeranno però la lotta contro il traffico d’armi e per la difesa del diritto di manifestare. Rifondazione Comunista è con chi non si arrende. I portuali del Calp sono perseguiti per il reato fedeltà all’articolo 11 della Costituzione?

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Gregorio Piccin, responsabile Pace, PRC-S.E.Mauri