Al quinto giorno di scontro sul diktat di Matteo Salvini «un termovalorizzatore per ogni provincia campana», che ha provocato il no di Luigi Di Maio e di tutto il M5s, il premier Giuseppe Conte ha fatto la sintesi ieri pomeriggio.

ALLA VIGILIA DEL CONSIGLIO dei ministri a Caserta, Palazzo Chigi ha diffuso una nota congiunta del premier con i due vice, una nota che è stata in sostanza una resa di Salvini: «Il governo lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche. L’obiettivo è la tutela della salute e del territorio. Il contratto di governo esprime un chiaro indirizzo politico-amministrativo: dobbiamo lavorare per un’economia circolare e rendere ’verde’ il nostro sistema economico».

Che sia una sconfitta di Salvini diventa evidente quando, intorno alle 17, inizia la conferenza stampa post Cdm senza il leader leghista e Conte spiega: «Si scusa, è dovuto andare via prima perché aveva impegni al Viminale». Dalla Lega fanno sapere: «È l’unico rappresentante del governo alla cena al Quirinale in onore dell’emiro del Qatar».

Salvini si sottrae alle telecamere ma non senza una stoccata finale: «Bisogna rispettare il contratto ma bisogna anche rispondere ai problemi concreti e improvvisi – fanno ancora sapere fonti della Lega -, il vicepremier ha intenzione di andare a Copenhagen per vedere il funzionamento del termovalorizzatore». La replica arriva dal parlamentare 5S Luigi Gallo: «L’economia circolare è il futuro. Insegniamo noi qualcosa alla Danimarca». La giornata era iniziata con il solito muro contro muro. Di Maio aveva attaccato: «Parlare di inceneritori è come parlare della cabina col telefono a gettoni. Qualcuno può essere affascinato dal vintage ma sempre vintage rimane». Per poi puntualizzare: «Con la differenziata in Italia siamo al 52% e, facendo una norma nella legge di bilancio in cui si dice che se produci meno immondizia paghi meno Tari, in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue. Per fare un inceneritore ci vogliono anni, negli stessi anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro».

SALVINI DA MILANO aveva però ribadito la sua posizione: «I termovalorizzatori portano più salute ed economia. La Lombardia (dove ci sono 13 impianti ndr) non torna indietro, non voglio un paese che torni indietro. I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza ed energia. A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista di sci e una parete da arrampicata». Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, aveva poi alzato il livello dello scontro: «Se Di Maio dice che gli inceneritori inquinano allora iniziamo a smettere di bruciare rifiuti di altre regioni».

A mettere in imbarazzo Salvini ci ha pensato Il Fatto Quotidiano, secondo cui il ministro dell’Interno possiede 3.500 azioni ordinarie della lombarda A2A, la multiutility che gestisce il termovalorizzatore campano di Acerra. Un affondo arriva anche dal presidente della Camera, Roberto Fico: «Gli inceneritori portano salute ed economia: per favore stop alle barzellette». Davanti la prefettura di Caserta premier e ministri hanno trovato i manifestanti contrari agli inceneritori. Subito prima del Cdm, Conte ha spiegato: «Su certi temi ci possono essere differenze di posizioni. Nel contratto è ben chiaro che bisogna lavorare a una raccolta differenziata capillare. Salvini ha assunto delle posizioni perché ha valutato anche le criticità».

PER POI SOTTOLINEARE: «Il governo si impegna a gestire le criticità affidando al ministro dell’Ambiente le proposte per una soluzione innovativa e realizzabile».

I pentastellati segnano un punto sull’alleato, mentre il dl Sicurezza agita ancora le acque 5S. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è chiaro: «Il Veneto ne ha chiusi due e la Lombardia sta per chiuderne quattro perché la differenziata cresce. Se oggi approviamo un inceneritore ci vogliono almeno sei anni per la realizzazione. È antieconomico. Nel decreto Semplificazioni di dicembre ho già ottenuto che venga inserita la norma per sviluppare le materie prime seconde, e ancora chi fa meno rifiuti pagherà meno». L’ultima stoccata a Salvini è di Di Maio: «Possiamo agire perché il governo non è legato a chi fa business sui rifiuti. Ce la vedo la pista da sci ad Acerra».