È stato licenziato il ginecologo obiettore che si era rifiutato di praticare l’aborto terapeutico a una donna in pericolo di vita. Il fatto è avvenuto al pronto soccorso di Giugliano, in provincia di Napoli lo scorso 1 Luglio, ma è stato reso noto solo ieri. Il medico, che era di guardia notturna, era stato avvisato dalle infermerie e ostetriche sulle gravi condizioni della paziente, una donna incinta di 18 settimane, ma si era rifiutato di intervenire perchè obiettore di coscienza.

È stata resa pubblica ieri la decisione dell’Asl Napoli 2 Nord di procedere con la sanzione nei confronti del medico: licenziamento senza preavviso per omissione di assistenza. In una nota della Direzione Generale la Asl specifica che «Il procedimento disciplinare è stato adottato a seguito dell’accurato lavoro effettuato dalla Commissione Disciplinare dell’Azienda che, nel corso dell’istruttoria e delle audizioni succedutesi in questi mesi, non ha mai ritenuto essere dirimente la scelta del sanitario di essere obiettore di coscienza. Le condizioni della donna, infatti, erano tali da porla in imminente pericolo di vita mentre il feto non faceva registrare alcuna attività cardiaca».

Infatti il medico si era appellato all’obiezione di coscienza per negare l’intervento, ma la legge prevede che l’obiezione di coscienza non esoneri dall’obbligo di prestare assistenza nelle emergenze. La donna è stata soccorsa solo grazie all’arrivo tempestivo di un altro ginecologo, non di turno, chiamato con urgenza nel cuore della notte dagli infermieri dell’ospedale di Giugliano, in seguito al no del medico di guardia.