Per il terzo giorno consecutivo i rider di Milano stanno protestando contro l’«accordo capestro» Assodelivery-Ugl che hanno dovuto sottoscrivere, pena il licenziamento.
Anche ieri pomeriggio un centinaio di rider ha manifestato per le strade del capoluogo lombardo contro il nuovo contratto di lavoro. Dalle 14 il corteo di biciclette ha attraversando senza meta la città per protestare contro l’accordo che «ci toglie 50 centesimi da ogni consegna». Sopra i grossi zaini termici hanno infatti attaccato un cartello che dice chiaramente «No al nuovo contratto». Si sono registrati rallentamenti alla circolazione.

Qualcosa intanto si muove sul fronte sindacale e datoriale. Ieri Fit Cisl, Filt Cgil e Uilt hanno comunicato di aver sottoscritto un protocollo con le aziende della logistica che estende il contratto di categoria anche a tutti i rider, quelli che distribuiscono merci di qualsiasi operatore commerciale, non solo piattaforme. Si tratta di qualche migliaio di rider – rispetto ai circa 30mila che lavorano per le app – che lavorano per Dhl, Tnt, Fedex, Sda e che distribuiscono merci di qualsiasi operatore commerciale, non solo piattaforme digitali.

«Abbiamo rafforzato l’azione di contrasto al contratto “truffa” sottoscritto da Ugl con Assodelivery, estendendo l’applicazione in tutte le sue parti del contratto nazionale Logistica, Trasporto merci e Spedizione a tutti i rider, compresi quelli che operano per piattaforme digitali – spiega la Filt Cgil – . Abbiamo inviato al Cnel ed al ministero del Lavoro il Protocollorelativo all’applicabilità del Ccnl Logistica a tutti i rider».

Il protocollo garantirebbe ai rider «orario di lavoro minimo garantito, la paga base, l’abolizione del cottimo, tredicesima e quattordicesima, Tfr, integrazione salariale in caso di malattia e infortunio, maternità e paternità, ferie, permessi, diritti sindacali, maggiorazioni per particolari condizioni ed orari, rimborso spese per uso del mezzo proprio, dispositivi di protezione individuale, contrattazione di secondo livello». Proprio dal 3 novembre il decreto del 2019 prevedeva l’adeguamento della paga base dei rider allo stesso contratto merci e logistica a tutti i rider, a prescindere dalla qualità del rapporto di lavoro (anche se eterorganizzati o autonomi). «Solo un accordo tra organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative può derogare la norma – continua la Filt – . L’accordo Assodelivery e Ugl non risponde alle caratteristiche previste. Resta solo il Ccnl merci. Non a caso nelle cause vinte i giudici hanno utilizzato i parametri economici del contratto nazionale della logistica per ristorare i rider che hanno fatto ricorso», conclude la Filt Cgil.