Sono stati 5.636 i nuovi casi Covid ieri in Italia (oltre mille in più rispetto a lunedì) su 241.766 test, tasso positività al 2,3%. I decessi sono stati 31, che portano a 128.273 il totale delle vittime da inizio emergenza. In crescita le persone ricoverate in ospedale con sintomi, 2.880 in totale con un aumento di 94 pazienti; sono 322 i ricoverati in terapia intensiva, (meno 1 su lunedì); in isolamento domiciliare 113.121 persone. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Sicilia (848) seguita dal Lazio (703), Veneto (604), Lombardia (525) e Toscana (511).

LA SARDEGNA E LA SICILIA potrebbero andare in zona gialla da dopo ferragosto. I dati Agenas (aggiornati a lunedì) segnano la crescita dei ricoveri in terapia intensiva in 4 regioni con il valore medio nazionale che, dopo settimane di stabilità, raggiunge quota 4%. Sono invece 7 le regioni con un aumento di malati nei reparti ordinari. In terapia intensiva la Sardegna fa segnare l’11% di posti occupati da malati Covid, oltre la soglia del 10% fissata dal governo per passare in fascia gialla. Dietro la Sardegna, Lazio, Liguria e Sicilia al 7%.

Nei reparti ordinari, su una media italiana del 5%, la Sicilia ha il 14% di occupazione, appena un gradino sotto il 15 fissato come soglia per il passaggio di colore. Subito dopo in classifica ci sono Calabria (11%); Basilicata, Campania, Lazio e Sardegna (7%). In 4 regioni è stata superata la soglia dei 100 casi ogni 100mila abitanti: Sardegna (145), Toscana (127), Sicilia (120) e Umbria (104) su una media italiana salita a 68,91. Ma sono addirittura 15 le regioni con un’incidenza superiore a 50. Tra le province, in vetta alla classifica c’è Cagliari (317) quindi Caltanissetta (248), Ragusa (209) e Rimini (189).

Le due isole maggiori per ora restano in bianco perché hanno superato due parametri sui tre necessari al cambio di colore: oltre 50 casi ogni 100mila abitanti, occupazione sopra soglia in terapia intensiva e nei reparti ordinari. A condizioni epidemiche invariate, la Sicilia potrebbe raggiungere nell’arco di 10 giorni i requisiti per essere classificata in zona gialla, mentre la Sardegna potrebbe avviarsi a un esito analogo in 17 giorni: l’indicazione arriva dall’analisi condotta dal matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

I VACCINATI in Italia con almeno una dose ieri pomeriggio erano 72.328.955, mentre ad aver completato il ciclo erano in 34.812.485 pari al 64,46% della popolazione over 12 anni. «I responsabili delle terapie intensive ci dicono che quasi tutti i loro pazienti affetti da Covid, il 90%, non sono vaccinati. Ciò conferma che il siero è l’arma più efficace a nostra disposizione per contrastare la pandemia e i suoi effetti peggiori» spiega Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana delle Aziende sanitarie e ospedaliere.

«Le Aziende sanitarie pubbliche – ha proseguito Migliore – sono impegnate in questi giorni a vaccinare le fasce di popolazione ancora non immunizzate, ricorrendo alle iniziative più varie per raggiungere gli italiani anche nei luoghi nei quali trascorrono le vacanze. Un lavoro che ci metterà al riparo da scenari peggiori nel prossimo autunno. L’allarme lanciato sulla ripresa dei ricoveri, alcuni gravi, tanto da richiedere il ricorso alla rianimazione, conferma la necessità di non abbassare la guardia e di proseguire con determinazione nella campagna di vaccinazione».

LA CONFERMA arriva dallo Spallanzani di Roma: «Non vaccinati, di età media tra i 50 e i 60 anni» è l’identikit dei ricoverati per Covid in terapia intensiva dell’ospedale specializzato in malattie infettive. Il direttore Francesco Vaia: «Questi dati confermano che i giovanissimi pur contagiati, rispondono meglio alla malattia. Tra i 50 e i 60 anni la mancata vaccinazione, come per gli anziani, può essere molto, molto pericolosa».