Gli amici di Pier Paolo Pasolini, quelli che lo hanno conosciuto, non si rassegnano al lento oblio, dopo quarantaquattro anni dal suo massacro, delle innumerevoli piste; a iniziare da quella fascista di Laura Betti, che già il giorno dopo quel due novembre 1975 mi convocò a casa sua per allestire il primo Archivio. L’altra sera, alla mostra fotografica «Poeti a Roma» (allestita al WeGil di Trastevere da Giuseppe Garrera e Igor Patruno) Walter Siti mi ha ricordato l’episodio del misterioso viaggio a Siracusa di Petrolio (1992). Come è noto Carlo incontra in quella città una riconoscibilissima Elsa Morante. L’autrice de La Storia (1974) si rifiuta però di ascoltare il segreto che voleva condividere con la sola persona che ne avrebbe fatto buon uso. Quel segreto forse l’avrebbe spinta a riscrivere il suo capolavoro. All’apparire di Petrolio, i «letterati gossippari» immaginarono che il segreto riguardasse un possibile figlio della scrittrice, a cui di tanto in tanto portava regali.
A Siracusa, come dice anche Vincenzo Calia nel Caso Matttei, officiava il fanfaniano, prima di destra e poi di sinistra, Graziano Verzotto (1923-2010). L’ultimo a salire per poi discenderne in fretta, dall’aereo dove perse la vita Enrico Mattei. Con Siti abbiamo ricordato che all’Idroscalo, il poeta fu più volte appellato «arruso», che non è dizione catanese, come avrebbe voluto Pelosi, ma siracusana di «frocio». Verzotto disse al magistrato che lo aveva interrogato sul caso Mauro De Mauro, ucciso perché sapeva troppo del caso Mattei, di non aver mai conosciuto Pasolini. Quel politico democristiano, tra i più corrotti, ben voluto dai mafiosi siracusani, dovette scappare a Beirut e a Parigi, per lo scandalo dei fondi neri di Sindona. Forse Pasolini sapeva troppo di Verzotto e il caso Mattei e voleva avvertire la sua amica Morante, ritenendo La Storia, che stroncò, troppo generica sulle vere colpe dei politici, neri e rossi,e sui loro doppi binari. Davanti a quel corpo martoriato, almeno due piste si sono incrociate: quella di Ordine Nuovo, offeso dal film Salò, e quella legata all’assassinio di Mattei. A Pasolini costò la vita il segreto esplosivo di Petrolio? Sono ipotesi fuori tempo massimo, ora che tutto è stato archiviato da una magistratura nei decenni sempre più pigra su esecutori e mandanti. Gli amici di Pasolini, quelli che lo hanno abbracciato e amato, continuano però a strologare. Non rassegnandosi mai.