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Ricordi e gratitudine al Gala Fracci

Ricordi e gratitudine al Gala FracciAlessandra Ferri e Carsten Jung in L'heure exquise – foto Brescia e Amisano-Teatro alla Scala

Eventi Molti ospiti e performance alla prima edizione - voluta dal direttore del Ballo, Manuel Legris, per celebrare l'arte dell'étoile scomparsa

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 16 aprile 2022

Una serata di ricordi e gratitudine: è questo il mood che ha segnato al Teatro alla Scala la prima edizione del Gala Fracci, voluta dal direttore del Ballo, Manuel Legris, per dare corpo attraverso la danza all’eredità lasciata nel mondo dall’étoile milanese. Un programma ricco, aperto, titolo dopo titolo, da un montaggio di foto storiche delle grandi interpretazioni della Carlina accompagnate al pianoforte. Immancabile l’apertura con Giselle, di cui Fracci resta un’icona indimenticabile. Il Corpo di Ballo femminile le ha reso un omaggio sentito con un estratto dal secondo atto, guidato con bella presenza e intensità dalla solista Alice Mariani nel ruolo della regina delle Villi, Myrtha. Dopo il passo a due dell’Excelsior con i giovani Camilla Cerulli e Mattia Semperboni, il gala ha riportato in scena un estratto da Chéri, il balletto dedicato al romanzo di Colette, firmato da Roland Petit per Carla Fracci e un giovanissimo Massimo Murru nel 1996. Un’interpretazione memorabile, ripresa con rara sottigliezza e sentimento da Emanuela Montanari al suo addio alle scene. In coppia con il primo ballerino Nicola Del Freo, Montanari ha confermato quel gusto per dare senso a ogni gesto che l’ha contraddistinta in tanti ruoli, non ultimo la sua ultima, commovente, Manon danzata anni fa con Claudio Coviello. Una somiglianza con Fracci, in Chéri, davvero toccante. Alla sensibilità di Vittoria Valerio, entrare nel ruolo di Giulietta, al fianco di un sempre più convincente Marco Agostino (primo ballerino): insieme hanno ripreso il trascinante passo a due del balcone della versione Nureyev.

Il Corpo di Ballo femminile le ha reso un omaggio sentito con un estratto dal secondo atto, guidato con bella presenza e intensità dalla solista Alice Mariani nel ruolo della regina delle Villi, Myrtha.

ROBERTO BOLLE e l’ospite Marianela Nuñez, coppia molto amata dal pubblico, hanno danzato insieme in due estratti: il valzer da La vedova allegra nella spumeggiante versione ballettistica di Ronald Hynd e il passo a due dello specchio dall’Onegin di Cranko. I due torneranno insieme a settembre nella ripresa completa di Onegin, balletto da Puskin tra i più incisivi nella relazione tra danza e letteratura di cui la coppia è coinvolgente interprete. Due i grandi classici dell’Ottocento in programma: Lo schiaccianoci e La Bella Addormentata (Adagio della rosa). Soprattutto il primo si riallaccia a tanti racconti di Carla sulle prove del balletto con Rudolf Nureyev. Al gala il Corpo di ballo ne ha danzato il Valzer dei fiori, seguito dal grand pas de deux con i primi ballerini Timofej Andrijashenko e Nicoletta Manni: un cammeo di spiccata difficoltà e brillantezza. Gli ospiti Alessandra Ferri e Carsten Jung hanno danzato un estratto da L’heure exquise, il geniale rifacimento di Giorni felici di Beckett fatto da Maurice Béjart nel 1998 per Carla Fracci e Micha van Hoecke, che Ferri ripresenterà in versione integrale con la celebre montagna di scarpette da punta al Teatro Strehler di Milano nella stagione del Piccolo, settimana prossima, dal 20 al 22. Al suo fianco Thomas Whitehead.

In programma anche piccole rarità: il passo a due da La Péri del coreografo romantico Jean Coralli, con i primi ballerini Martina Arduino e Marco Agostino, la Cachucha, sempre di Coralli, nell’interpretazione guizzante di Caterina Bianchi. E ancora il notissimo La strada di Mario Pistoni con Antonella Albano nel ruolo di Gelsomina e con Bianchi e Gioacchino Starace nel quadro d’apertura. Chiusura con il corale, inossidabile Symphony in C di George Balanchine: capolavoro neoclassico di svettante dinamismo.

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