Ricordare Marzabotto per costruire una pace
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Ricordare Marzabotto per costruire una pace

ricorrenze Un libro per gli ottant’anni dell’eccidio. Fin dal 1949, anno della consegna della Medaglia D’Oro al Valor Militare, Monte Sole è divenuto un simbolo dell’efferatezza della violenza nazista
Pubblicato 14 giorni faEdizione del 27 settembre 2024

In occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della strage di Monte Sole (29 settembre – 5 ottobre 1944) è uscito Monte Sole, la memoria pubblica di una strage nazista (Carocci, pp. 352, euro 29), a firma di Eloisa Betti, storica dell’Università di Padova. Sulla base di approfondito scavo nella documentazione, il volume analizza stagioni e attori della costruzione della memoria collettiva di una terribile carneficina che è diventata un simbolo e un luogo della memoria dell’Italia repubblicana e antifascista.

Quale è stato il percorso che ha portato alla pubblicazione di questo importante lavoro di scavo nella memoria della strage di Monte Sole?
L’interesse per la strage di Monte Sole è maturato molti anni fa, quando da studentessa universitaria ebbi l’occasione di visitare quei luoghi, dei quali, nonostante la vicinanza con il mio paese natale, non sapevo nulla. L’opportunità di una borsa di ricerca promossa dal Comitato regionale per le onoranze ai caduti mi ha consentito di immergermi in una storia ancora poco conosciuta nella sua complessità. Fondamentale è stata poi la possibilità indagare le carte dell’Archivio del Comitato Onoranze.

Il libro propone una scansione delle diverse stagioni della memoria pubblica, e dei suoi diversi attori. Può illustrarceli sinteticamente?
La memoria pubblica della strage di Monte Sole è stata influenzata dalle politiche del ricordo nazionali legate alla memoria della resistenza e della seconda guerra mondiale, ma anche dalle cesure della politica durante e dopo la guerra fredda. Un ruolo importante è stato svolto dalle istituzioni. Si pensi, per esempio, alle commemorazioni pubbliche e alle visite dei Presidenti della Repubblica e di altre personalità politiche. Ma non solo. Eventi come il processo a Walter Reder, il criminale di guerra nazista condannato all’ergastolo per la strage, le sue richieste di grazia così come la sua scarcerazione nel 1985 hanno fatto emergere quali agenti di memoria anche la comunità, i sopravvissuti e i famigliari delle vittime. Non solo attori laici, ma anche religiosi. Soprattutto a partire dagli anni Settanta, anche la Chiesa cattolica, a diversi livelli, ha svolto infatti un ruolo chiave nell’elaborazione della memoria della strage.

Monte Sole si è configurato nel tempo anche come un «luogo della pace». Come mai e in che senso?
Fin dal 1949, anno della consegna della Medaglia D’Oro al Valor Militare, Marzabotto è divenuto un simbolo dell’efferatezza della violenza nazista. Al contempo tra anni Cinquanta e Sessanta è assurto anche a simbolo dell’impegno contro le nuove guerre e contro il riarmo. Fino agli anni Sessanta il comune è stato meta di vere e proprie marce per la pace e altre iniziative di solidarietà, promuovendo anche azioni in collaborazione con altre «città martiri». Dagli anni Settanta ha avuto inizio la riappropriazione dei luoghi dell’eccidio, culminata nella creazione del Parco storico di Monte Sole nel 1989, che diventerà negli anni Duemila un simbolo di pace, grazie anche all’azione della Scuola di Pace e all’importanza assunta dalle celebrazioni a Monte Sole del 25 aprile.

Nel 2002 a Monte Sole si incontrarono il Presidente Ciampi e il suo omologo tedesco Johannes Rau. Nel libro si spiega che c’erano diversi elementi di tensione da appianare e l’Europa come orizzonte comune da rinforzare. Come possiamo leggere in chiave storico-politico la visita di Mattarella e Steinmeier?
All’inizio degli anni Duemila vi erano elementi di tensione legati alle richieste di indennizzo da parte degli ex internati militari italiani e all’avvio di una nuova stagione processuale contro i criminali di guerra nazisti. La visita del 2002 fu considerata un’occasione di riconciliazione: si ricordava un passato drammatico per sostenere il progetto di un’ Europa unita, pacifica e solidale. Oggi la visita di Mattarella e Steinmeier si inserisce in un clima politico diverso. Ma se i rapporti tra Germania e Italia risultano meno tesi di allora, le nuove guerre che insanguinano il continente europeo, il risorgere dei nazionalismi e degli spaventosi movimenti filo-fascisti rendono nuovamente attuale il ruolo di Monte Sole come luogo di memoria per la difesa e la costruzione della pace.

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