«Preso atto, attraverso una chat, dell’intenzione della sindaca di nominare altri due assessori: uno con delega ai Lavori pubblici e l’altro con delega al Patrimonio e politiche abitative, senza avermi neanche informato, ho ritenuto di rimettere formalmente a disposizione della sindaca le deleghe attinenti al Patrimonio già da stamattina». Cede un altro pezzo, l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, l’unico della giunta Raggi iscritto al Movimento 5 Stelle. Dopo la Casa, il Patrimonio. Ma non se ne va, perché quello che si sta consumando in queste ore all’interno del M5S a livello nazionale, nello specialissimo campo di gioco che è il governo di Roma, è un braccio di ferro all’ultimo respiro, tra l’asse del Nord e i grillini romani.

Anche se i contendenti al momento sono costretti a convivere sotto lo stesso tetto, per imposizione della reggenza massima. Che è impegnata in questo frangente a mostrare una maggiore apertura all’esterno del Movimento, altrimenti a rischio asfissia. Davide Casaleggio infatti illustrerà oggi a Roma, nella sede della Stampa Estera, l’apertura ai non iscritti di alcune applicazioni della piattaforma Rousseau, e non è detto che incontri la sindaca, per non infilarsi nella melma romana.

E Virginia Raggi lo aveva detto chiaramente, lunedì notte, facendo i conti con la sua maggioranza: «Si cambia registro. Sono intervenuta personalmente per mettere fine alle polemiche e d’ora in poi non si tollerano deviazioni rispetto alle linea che ho tracciato». E allora, insieme alla linea, vediamo se si riesce a tracciare qualcosa di più utile per la città, sembra dire Mazzillo che era stato costretto a un passo indietro dopo aver criticato le «scelte calate dall’alto» e consapevole di essere ormai “sotto osservazione”: «Ciò mi consentirà – aggiunge infatti l’assessore al Bilancio in una nota – di concentrarmi, con ancor maggior impegno, per garantire la solidità dei conti di Roma Capitale in modo così da consentire alla sindaca di attuare il programma di rilancio della Capitale».

Programma la cui attuazione evidentemente è ancora alla lettera A. A, come Atac, dove la governance è cambiata, con un moltiplicarsi di cariche tra le quali però non ha trovato posto l’ex amministratore unico Manuel Fantasia. Ieri infatti la giunta, riunita fino a tarda sera, ha ratificato la scelta di Raggi: oltre all’ad Paolo Simioni, nel cda a tre della municipalizzata dei trasporti andranno Angela Sansonetti, che è stata consigliera di amministrazione di varie società tra le quali il Fondo pensione Cometa, e Cristiano Ceresatto, attuale capo staff dell’assessore alle Partecipate Massimo Colomban con «funzioni di controller in azienda da anni», come ha ammesso candidamente l’assessora Linda Meleo.

La delegata ai Trasporti ha poi rassicurato i dipendenti Atac (un bacino di voti importante per il M5S nelle ultime elezioni, secondo quanto rilevato dal sindacato Filt-Cgil del Lazio), sul piede di guerra dopo le accuse dell’ex dg Bruno Rota: «Il Cda ha il compito di risanare l’azienda, di rilanciarla, di mantenerla pubblica – ha affermato Meleo – e di tutelare le persone che lavorano tutti i giorni e che colgo l’occasione di ringraziare». Il sindacato però fa notare che senza il coinvolgimento dei lavoratori l’Atac non si risana: «Attendiamo un incontro con l’azienda da un anno e mezzo, e nel tavolo confederale sulla mobilità non siamo neppure entrati nello specifico», protesta il segretario di Filt Cgil Lazio, Eugenio Stanziale.

Per fortuna la Commissione Trasporti della Camera ha deciso di avviare un’«indagine conoscitiva» sull’Atac. Da settembre, però, tanto non c’è fretta, contrariamente a quando sostenuto dall’ex dg Rota che aveva parlato di un paio di settimane, prima dell’insolvenza.

E anche i due nuovi assessori avrebbero dovuto arrivare dopo il 15 agosto. Ma dopo la riunione di giunta convocata ieri sera, la sindaca è rimasta a Palazzo Senatorio per un faccia a faccia con Mazzillo. Sapremo solo oggi se ha ragione il dem Roberto Giachetti che ha pronosticato: «Il prossimo assessore sarà quello alle dimissioni, per gestire tutto sto traffico di gente che va e gente che viene».