Curiosa, precaria ma soprattutto orgogliosa. La ricerca italiana, in questo caso torinese, scende in piazza per conoscersi e incontrarsi con i cittadini e infrangere le reciproche diffidenze. Lo farà con una notte dell’orgoglio, perché la tradizionale «Notte europea dei ricercatori» – che si svolgerà venerdì 27 settembre in contemporanea in molte città italiane e non – a Torino non sarà come le altre. Perché è autogestita dagli stessi ricercatori.
Non avendo, infatti, gli Atenei del territorio ottenuto i fondi dal bando promosso dalla Commissione europea, i ricercatori dell’Università e del Politecnico di Torino e di altri enti di ricerca, dopo un anno di stop, hanno deciso di organizzare direttamente la quattordicesima edizione della manifestazione.
Un gesto di coraggio e, appunto, di orgoglio, nonostante le difficoltà. «Siamo partite dicendo che non ce l’avremmo mai fatta, ma poi siamo state sommerse da proposte di contenuti, non solo di carattere scientifico classico ma anche più umanistico». Così, raccontano l’inizio di questa impresa le organizzatrici Silvia De Francia, ricercatrice in farmacologia al dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, e Chiara Oppedisano, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
In tutto un centinaio di ricercatori per almeno ottanta attività di ricerca: dalla microbiologia all’astronomia, dall’intelligenza artificiale alle implicazioni tra scienza e diritto. «Avevamo i contenuti ma non i soldi, allora abbiamo mandato una mail ai direttori dei musei di Torino chiedendo di ospitarci a titolo gratuito. La riposta è stata largamente positiva». Nove location diverse accoglieranno, infatti, gli stand e le attività dei ricercatori: il Museo Egizio e l’Accademia delle Scienze, il Museo del Risorgimento e il Mastio della Cittadella, il Museo A come Ambiente, l’Istituto di Anatomia e quello di Ricerca metereologica, il Rettorato dell’Università, Xké – Il laboratorio delle curiosità e il Planetario di Pino Torinese.
Dalle ore 18,30 alle 24 sarà un viaggio a misura di famiglia dedicato a tutti coloro che amano la scienza in senso lato, che vogliono conoscerla, magari pure divertendosi. Sono previsti cinquanta postazioni, centinaia di attività, visite guidate, esperimenti e laboratori. Ci sarà, inoltre, un punto dedicato ai ricercatori precari «per raccontare come si lavora oggi in università con contratti a scadenza, senza tutele e senza diritti».
La Notte dei ricercatori è patrocinata dall’Università e dal Politecnico di Torino, dal Comune di Torino e dalla sua Città metropolitana ed è organizzata dai ricercatori grazie anche alla collaborazione di Compagnia di San Paolo e del Sistema Scienza Piemonte, nonché con il supporto dei volontari dell’associazione Solidarietà Insieme 2010. Sarà l’occasione per scoprire come lavorano gli scienziati torinesi e per discutere di sostenibilità, cambiamenti climatici, disabilità e discriminazione di genere.