Dopo aver visto i supermercati presi d’assalto da cittadini in preda a panico da coronavirus anche in assenza di contagi nella regione in cui vivono, false notizie diffondersi – quelle sì in maniera virale (vedi quella relativa alla chiusura delle scuole in tutto il Paese) – e assistito alla lite tra governo e i governatori delle regioni maggiormente colpite, ieri è finalmente arrivato il momento di smorzare un po’ i toni e gettare acqua non solo sulle polemiche, ma anche sulle paure degli italiani, che per tre quarti del Paese sono immotivate.

Il compito di riportare le cose alle loro giuste dimensioni, pur senza sottovalutare la gravità della situazione, è toccato a Walter Ricciardi, membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e, da poco più di 48 ore, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. E l’esperto lo ha fatto senza tanti giri di parole: «Il grande allarme sulla diffusione del virus deve essere ridimensionato», ha spiegato parlando nella sede della Protezione civile a Roma. Anche se, ha subito aggiunto, quanto accaduto in Italia da quando è stato registrato il primo caso di contagio «non è da sottovalutare».

Dietro il ragionamento ci sono ovviamente cifre e percentuali: «Su cento persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo e di questo il 3% muore», ha spiegato Ricciardi. Certo, si può obiettare che la percentuale dei decessi si può considerare bassa o alta a seconda del numero dei contagi a cui fa riferimento, ma resta comunque difficile giustificare le scene viste in questi giorni. Anche perché, e questo Ricciardi lo sottolinea, le decisioni adottate fin dal primo momento sono del tutto condivisibili, con i primi casi di contagio «gestiti in maniera antologica». Caso mai per Ricciardi sarebbe stato meglio gestire alcune delle situazioni che si sono presentate in seguito. «Non ne faccio una colpa a nessuno» spiega, ma «la frammentazione regionale ha cominciato a determinare che ogni regione faceva i tamponi in modo diverso e così si è persa l’evidenza scientifica». Complessivamente, però, a giudizio dell’esperto almeno per ora il governo sembra aver superato la prova: «Quando l’Oms lancia un allarme globale – prosegue infatti Ricciardi – i Paesi devono adottare misure secondo linee guida scientifiche, in questo momento l’Italia le ha adottate».

Parole che dovrebbero servire a rassicurare quei Paesi che, anche in Europa, hanno cominciato a porre restrizioni agli arrivi degli italiani. «Gli italiani possono viaggiare. Non ci c’è nessuna modifica per le condizioni di viaggio all’estero», ha ribadito ieri il ministro Speranza al termine di una riunione con i colleghi di Francia, Germania, Austria, Slovenia, Svizzera e Croazia servita a fare il punto sulla situazione. «C’è stato il riconoscimento da parte dei Paesi europei confinanti, oltre a Germania e Croazia, sulle misure messe in atto che sono appropriate», ha detto il ministro. Ma soprattutto nessuno ha chiesto la sospensione del trattato di Schengen che comporterebbe la chiusura, seppure temporanea, delle frontiere. «Chiudere i confini sarebbe una misura sproporzionata» ha aggiunto il ministro. Con i ministri presenti ieri alla riunione è stato comunque stabilito che in futuro ci sarà uno scambio di informazioni e l’impegno a condividere anche le informazioni epidemiologiche e mediche.