Mattinata molto movimentata e insanguinata, ieri a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, con un triplice attacco da parte di «un gruppo terrorista ignoto», come lo ha definito il governo congolese. Un centinaio scarso di uomini che hanno preso d’assalto la tv nazionale, una base militare e l’aeroporto della capitale. In modo apparentemente coordinato, tanto da far pensare a un tentativo di colpo di stato. Bilancio approssimativo, una cinquantina di assalitori morti in seguito all’intervento dell’esercito, che già nella tarda mattinata sembrava aver ripreso il controllo della situazione. Secondo il ministro delle Comunicazioni Lambert Mende non ci sarebbero vittime civili. Fonti indipendenti però registrano almeno una vittima tra i militari, un colonnello dell’esercito che sarebbe stato ucciso nel raid contro la caserma di Tshatshi.

L’azione più eclatante ha avuto come bersaglio la sede della radiotelevisione nazionale (Rtcn), con decine di impiegati e reporter presi in ostaggio. Uomini armati di fucili e machete alle 8:40 hanno fatto irruzione gridando slogan contro il presidente Kabila nello studio da cui stava andando in onda in diretta il magazine mattutino. Due di loro sono apparsi davanti alle telecamere per leggere un messaggio. Che tra l’altro diceva: «Gideon Mukungubila è arrivato per liberarvi dalla schiavitù imposta dal Ruanda». Un chiaro indizio, checché ne dica il governo, del fatto che si trattava di seguaci di Paul Joseph Mukungubila, detto «Gideon», un pastore evangelico che si è anche candidato (invano) alle presidenziali del 2006 e da sempre accusa Kabila di essere una marionetta dei ruandesi.

Dopo l’annuncio in diretta le trasmissioni sono state interrotte. Alla ripresa, poco più di un’ora dopo, è andato in onda un notiziario che non ha fatto alcun cenno sull’accaduto. Solo in tarda mattinata è apparso sugli schermi il portavoce del governo, Lambert Mende, per rassicurare la popolazione.

Scene di panico anche all’aeroporto Njili di Kinshasa, con una furibonda sparatoria iniziata anche qui intorno alle 9. E anche qui gli assalitori hanno avuto ben presto la peggio. Colpi di armi da fuoco, anche pesanti, sono stati avvertiti anche in pieno centro, provenienti da una vicina base militare.

In città strade deserte, negozi chiusi, barricate di fortuna e tanti checkpoint dell’esercito. L’ambasciata Usa invita i suoi cittadini a non uscire di casa. La Farnesina invece fa sapere di essere in contatto con le famiglie italiane che sono bloccate da due mesi a Kinshasa per delle pratiche di adozione.