Oggi il Brussels Group riceverà l’ultima versione del piano di riforme greco, ma nel frattempo il Parlamento greco ha approvato il disegno di legge sulla riapertura della tv di Stato Ert, chiusa dall’esecutivo guidato da Antonis Samaras nel giugno 2013. Il Parlamento ha anche votato anche per la riassunzione di oltre 1.500 dipendenti licenziati. Tra questi, i 600 giornalisti e tecnici che da allora hanno continuato a trasmettere (senza stipendio) da un edificio giusto di fronte alla vecchia sede, nonché da Salonicco.
Centinaia di dipendenti dell’emittente, infatti, rifiutando la decisione di Samaras, prima occuparono l’edificio in cui aveva sede l’Ert, poi furono sgomberati con la forza e, con l’aiuto del sindacato, hanno riaperto una redazione autogestita.

Il piano di riforme che oggi sarà presentato all’ex troika non dovrebbe contenere nuove importanti concessioni al di là di quelle già discusse con i finanziatori, ma solo maggiori dettagli sulle misure per contrastare la corruzione e l’evasione fiscale, una riforma del fisco e della pubblica amministrazione, una tassa sui diritti di trasmissione televisivi e sugli spot pubblicitari. Inoltre, come misura contro l’evasione fiscale, sarebbe previsto per i turisti stranieri che si recheranno sulle isole l’utilizzo della carta di credito per gli acquisti di importo superiore ai 70 euro.

Ancora, dovrebbero essere tassati i depositi bancari non dichiarati, in Grecia e all’estero, ma senza l’obbligo di rientro dei capitali. Quest’ultima misura è stata annunciata dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis al termine di un incontro – insieme al ministro per la lotta alla corruzione Panaiotis Nikoloudis – con Jacques de Watteville, segretario di Stato presso il Dipartimento delle Finanze elvetico. «Il governo greco sta intraprendendo un’iniziativa legislativa riguardante la dichiarazione volontaria da parte dei cittadini greci dei loro depositi all’estero in modo tale da riflettere le migliori pratiche dell’Unione Europea», ha detto Varoufakis. Il disegno di legge sarà presentato in Parlamento e consentirà a coloro che hanno nascosto redditi allo Stato greco di legalizzarli pagando una tassa del 15-20 per cento. Coloro che hanno depositi all’estero non dovranno rimpatriare i loro capitali ma soltanto dichiararli al fisco. Non appena il disegno di legge entrerà in vigore, sarà firmato l’accordo definitivo tra la Grecia e la Svizzera e le autorità elvetiche dovranno informare le banche con clienti greci della nuova normativa fiscale.